K.lone Enchantment 2011 - Glitch, Elettronica, Alternativo

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Un disco incantato, tra visionaria elettronica e sperimentalismi che ammiccano ai generi confinanti.

La logica dell'incantevole conosce due strade. Quella della meraviglia di fronte a qualcosa di inaspettato, che sia un'emozione, o un lavoro nuovo, o una casa in cui si va finalmente ad abitare. E quella di una gioiosa consuetudine, di un evento che si ripete per rassicurarci puntuale come il the delle cinque.

 

“Enchantment” (“Incanto”, per l'appunto) di K.Lone, al secolo Anacleto Vitolo, s'insinua nelle fessure che dividono abitudine e stupore, diventando il collante tra i due opposti.

 

L'abitudine assume le forme di una ripetitività che stempera, ad esempio, l'incedere malinconico degli archi in “Reset”, in cui echeggiano i ricami apparentemente infantili dei Mùm. O ancora nella title track, una danza maestosa che gira su se stessa in una reiterazione che schiva abilmente la noia attraverso intrecci di linee sonore e un finale giocoso.

 

In “Waiting for you” i loop assumono invece valenza opposta, disegnando il profilo di un'attesa a cui non ci si abitua mai, il ritmo è quello dei battiti accelerati di un cuore che nutre in modo frenetico le proprie aspettative. I sogni arrivano dopo, introdotti da un'onirica sequenza di suoni che accompagna il brano fino al finale. Ed è proprio questa traccia, con la sua forma ancora legata alla ripetizione e le suggestioni aperte a soluzioni nuove, a segnare il passaggio dall'abitudine allo stupore. Arriviamo così a pezzi come “Bon voyage”, sogno di un androide innamorato, languore struggente che evoca le sonorità immaginifiche di Bjork. La ritmica seducente di “The k angle” in cui luci e ombre designano ingegnerie musicali che aspirano al modello Autechre. O ancora “Cat redux!”, intrigante e pericoloso trip hop, “Clouds” e “Blank page”, sorprendenti ispirazioni downtempo. E “Remember first love”, tra ambient e shoegaze stellare.

 

“Enchantment” è un prezioso tassello nel mosaico del variegato percorso di K.Lone, tra visionaria elettronica e sperimentalismi trasversali che ammiccano a generi confinanti. Ed è probabile che rimanga a girare nel vostro stereo per un bel po'.

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La recensione Enchantment di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2012-09-13 00:00:00

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