New Candys Stars Reach The Abyss 2012 - Rock, Psichedelia, Pop

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I New Candys hanno il giusto piglio per dimostrare che si può essere freschi anche quando si tratta di rimettere mano a un immaginario già ampiamente battuto, ovvero la classica sfida di chi punta sempre più in alto

Quando scrissi dell'esordio della band veneta, spesi parole pesanti senza averla mai vista dal vivo. Pensai però - seguendo il mio istinto e scommettendo quasi alla cieca - che, per ottenere un sound di quella fattura, non poteva comunque trattarsi di una band inventata dal discografico di turno (e nel caso fosse stato così, non sarebbe certo avvenuto in Italia).

Messe da parte le congetture e trascorsi 2 anni dall'ep omonimo, ecco il tanto atteso - almeno per me - primo album. Bello (e) corposo (12 tracce, di cui un paio ripescate proprio dall'esordio), senza paura di doversi confrontare con una durata di poco superiore ai tre quarti d’ora. Ovviamente riuscire a generare un nuovo 'effetto sorpresa' avrebbe significato trovarsi di fronte dei marziani, ma quantomeno in "Stars reach the abyss" non si segnalano riempitivi. Certo, come osservava un collega della carta stampata, un minutaggio più snello li avrebbe forse favoriti nel complesso (sopratutto nei confronti di coloro che li scopriranno oggi), ma nonostante ciò i New Candys rimangono - almeno per il sottoscritto - la formazione che nello Stivale sa rielaborare/rimescolare al meglio la psichedelia col rock'n'roll e i suoni acidi. Hanno infatti il giusto piglio per dimostrare che si può essere freschi anche quando si tratta di rimettere mano a un immaginario già ampiamente battuto, ovvero la classica sfida di chi punta sempre più in alto.

Quindi cosa si inventano? Semplice: sul loro classico impianto sonoro provano ad innestare un sitar, se volete anche una mossa non del tutto originale nel genere, ma ben venga se il risultato è quell'accoppiata composta da "Nibiru" e "Sun is gone ('till day returns)", a testimoniare che ci vuole anche tanto tanto buon gusto a citare i classici senza sembrare pacchiani. Quando invece la band compone e arrangia canzoni mantenendo una posizione ortodossa rispetto a quella cifra stilistica che è ormai un marchio di fabbrica, non ce n'è per nessuno: l'uno-due iniziale ("Hand chain dog", "Blackbeat"), l'accoppiata di brani già editi ("Volunteers", "Dry air everywhere") e soprattutto la cavalcata di "Welcome to the void temple" confermano lo stato di grazia del quartetto. Che - a ragion veduta - inserisce in fondo alla tracklist i due brani idealmente più "sperimentali" del lotto: "Butterfly net" sembra quasi cercare un raggio di sole, inseguendo il richiamo dei Mercury Rev, mentre "Purple turtle on canvas" è - inaspettatamente - primavera allo stato puro.

E a un disco del genere, che ha il coraggio di chiudere così, non bisogna chiedere altro, se non ascolti a ripetizione. Bentornati New Candys.

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La recensione Stars Reach The Abyss di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2012-03-27 00:00:00

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