Zu Igneo 2002 - Strumentale, Noise, Jazz

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"Igneo" potrebbe aprire molte orecchie, comprese le vostre

Date una possibilità agli Zu.

Non lo sto dicendo a voi ascoltatori avvertiti che frequentate tutti i concerti ‘off’ della vostra città o provincia. Non lo sto dicendo nemmeno a voi chitarristi blues folgorati dalla luce del ‘post’, chiusi in cameretta ad ascoltare solo musiche storte. Non lo sto dicendo a voi, sperimentatori timbrici e nemici dell’omologazione. Voi siete già ‘avvertiti’.

Lo dico a voi che pensate che il jazz - in astratto - sia una musica morta. A voi che pensate che il punk cominci e finisca con Sex Pistols o Pornoriviste. A voi che non sopportate la musica strumentale, o che non potete vivere senza ritornelli, o un frontman carismatico da adorare, o quel tocco di glam raffinato che non sta mai male. Date una possibilità a Igneo, il nuovo disco degli Zu. All’inizio potrebbe anche suonarvi ostico, pesante e difficile da decifrare, ma se avrete la pazienza di avvicinarvi senza pregiudizi (e poi vi chiedo di provare ad ascoltarlo, mica di comprarlo per forza…) potrete scoprire che si può suonare un pezzo d’impatto anche senza ritornelli da cantare a squarciagola, che si può essere iconoclasti senza fare le boccacce o dire che ‘non ce ne frega un cazzo’ per forza, che si può avere il coraggio di essere qualcosa di diverso (non necessariamente nuovo, anche solo diverso…) e venire ripagati dei propri sforzi (le tournée con gente tipo Karate, gli ospiti di prestigio, la registrazione a cura di Steve Albini etc etc etc).

Igneo è un disco strumentale, suonato con sax, batteria, basso (e con l’occasionale intervento di trombone, violoncello, altro sax). Il resto è già su una serie di altre recensioni a cui, visto che siete già davanti a un pc, vi rimando (provate sull’archivio di Rockit, è un ottimo punto di partenza) per ulteriori ricami sul suono, il senso e la storia degli Zu (gli stacchi killer, l’affiatamento del gruppo, rockpunkjazz e altre storie…). Io vi chiedo solo di ascoltarlo, e di dare una possibilità al trio.

“Igneo” è un disco importante, perché è tra le poche cose di levatura veramente ‘internazionale’ uscite dall’Italia negli ultimi tempi (curioso come suonare musica ‘difficile’ porti talvolta a togliersi delle soddisfazioni artistiche maggiori che non il pop apparentemente ‘commerciale’…); perché è suonato e registrato benissimo; perché è jazz senza essere spocchioso o pedante; perché è rock senza essere banale; perché è punk nelle intenzioni e nell’approccio (non nell’apparenza…). Insomma, perché potrebbe aprire molte orecchie, comprese le vostre.

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La recensione Igneo di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2002-05-15 00:00:00

COMMENTI (2)

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  • vetronova 13 anni fa Rispondi

    Un disco molto molto importante

  • bisius 13 anni fa Rispondi

    *****