F.A.R. Passi uguali 1998 - Rock

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Detto cosi' senza punteggiatura il nome FAR vuol dire lontano, ed in effetti, questo combo savonese guidato da MGZ vola davvero distante. Attraverso l'elettronica e le voci delle tre cantanti "Passi uguali" si dimostra un disco intelligente e seducente. Attraverso i solchi scopriamo una band inusuale, che cavalca i sentieri piu' maliziosi dell'avventura sonica. Eclettismo ed anarchia, inclinazione verso le colonne sonore maestose del cinema americano anni '40, campionate ("Io non moriro' mai"); ma si incontrano diversi stili musicali e non, rock oltranzista, romanticismo, sperimentazione, ironia, suoni primitivi e tribali e un'elettronica mai stanca. Pare che l'avventura F.A.R. sia gia' finita, peccato, avrebbero potuto proporre cose interessanti. MGZ e' gia' su un'altra sponda, anche se frizzante, la sua proposta e' rivolta a lidi ben diversi di quelli dei F.A.R. Nel panorama cupo di "Segreti" s'inserisce anche una cavalcata dall'aria festosa. Io avrei intitolato questo disco "Passi avanti"; i F.A.R. non sono uguali a niente in Italia; piacevole ossessione tuonante l'evasione di "Dinosauri". Soltanto la voce di Mauro Guazzoti e' di routine, all'insegna dell'oratore dei nostri incubi. Bellissima "Pipifi" ambigua e decadente, trip-hop piu' sensuale di Tricky e composta ancora prima, con una voce femminile mongoloide, la sindrome di Down e' soltanto un'altra forma di bellezza come direbbero i Virgin Prunes. "Passi uguali" via d'uscita dalla rabbia e dal dolore piu' grigio, per ritrovare l'amore lontano nel blu.

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La recensione Passi uguali di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 1998-12-30 00:00:00

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