PuntoG(Blu) 5 gradi di escursione 2002 - Pop, Noise, Indie

5 gradi di escursione precedente precedente

Una serie di live più che convincenti, l’annuncio che la cabina di regia, durante le registrazioni, sarebbe stata occupata da ‘Sua Grazia Ricevuta’ Giorgio Canali ed un nome (bruttino a dire il vero) che comincia a bazzicare l’underground del nord Italia.

Ed ecco al varco i Puntog, arricchiti da poco del suffisso ‘Blu’- gentilmente donatogli da alcune magagne legali, e di un enigmatico “5 gradi di escursione” a titolare un esordio che sta suscitando crescenti attese.

Inevitabile prevedere che i paragoni con i Verdena si sprecheranno: Giorgio Canali alla produzione, per l’appunto, che in questo caso però dilata e rende stranianti le atmosfere (forse troppo in alcuni punti), i luoghi di provenienza ad un tiro di schioppo tra loro (è proprio il caso di dirlo, visto che si tratta di Bergamo e Brescia) ed una comune attitudine di guitar-band. È anche inevitabile però, e doveroso, sottolineare che le differenze superano di gran lunga le analogie (che qui si fermano), perché “5 gradi di escursione” ha poco a che fare con ciò che i tre bergamaschi hanno fin qui prodotto.

Le sonorità, per cominciare, si allontanano dall’asse Nirvana/Motorpsycho per andare a visitare territori più vicini a Radiohead, Blur, Placebo e Pavement, l’irruenza delle chitarre (in grado comunque di essere graffianti) diviene qui più fluida e talvolta addirittura eterea (“La polvere di Marte”), mentre le melodie, raffinate ed accattivanti, non si vergognano affatto di strizzare un occhio alla leggerezza del pop (“Blu”, “Umanoide”) e l’altro all’indie anglosassone (“Allergia”, “Facilmente”, “Estate squallida”).

Ed è così che gli occhi si chiudono e nasce “Aprile”, una perla che di primaverile ha ben poco, livida ballata che si schiude in un travolgente climax sonoro e vocale e va a collocarsi vicina agli episodi migliori dei Radiohead di “The Bends”.

Certo, l’ingenuità è ancora palpabile, qua e là, ma sa di fresco e naif, soprattutto considerando che in essa si nasconde (nemmeno troppo) il germe di un’evoluzione già cominciata. Nel complesso i Puntogblu si dimostrano capaci di una scrittura rock sofisticata (“In etere”), non macchinosa e mai banale, corredata di testi che, tra amori fastidiosi, estati squallide, imbianchini sballati e spazi siderali danno l’idea di non volersi ridurre a puro suono fatto di monosillabi sconnessi.

Attese ampiamente ripagate, dunque, da un cd che si lascia bere d’un fiato e chiede di essere gustato ancora e ancora e, per il quale, non è arduo scommettere in un futuro radioso.

---
La recensione 5 gradi di escursione di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2002-06-11 00:00:00

COMMENTI

Aggiungi un commento Cita l'autore avvisami se ci sono nuovi messaggi in questa discussione Invia