Slugs s/t 2002 - Rock'n'roll, Psichedelia

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Vorrei lasciare un po’ di suspense, ma non resisto e così ve lo dico subito: l’esordio omonimo degli Slugs è veramente un gran disco! Rock sornione e funkeggiante condito da sprazzi di sognante psichedelia, un misto fra ‘ieri e domani’ con un oggi da non lasciarsi scappare!

Dodici tracce che tengono con l’orecchio appiccicato alle volubili e attraenti melodie che i quattro reggiani lavorano al meglio; dodici tracce che tengono sul filo del rasoio e che, pur rovistando e saccheggiando il ‘classic rock’, non annoiano mai.

C’è spazio per session semplici che si incollano alla mente con straordinaria naturalezza, come per strumentali dalla cadenza mozzafiato (“Stupid Barney”), passando per la stazione del soul d’autore, che a sorpresa lascia il posto a voli psichedelici, a loro volta rimpiazzati da pesanti scontri con muri sonori da cardiopalma.

Nulla di nuovo, tanto che gli accostamenti potrebbero sprecarsi con riferimenti che vanno dai Red Hot Chili Peppers ai Doors, passando per P.J. Harvey, Beck e Jimi Hendrix, ma con la cifra stilistica sempre e comunque del quartetto, la cui vena compositiva ci pare decisamente al di sopra della media.

Da sottolineare la cura per i suoni e per l’eccelsa qualità di produzione; d’altronde della ballotta fa parte un certo Andrea Rovacchi, già al mixer con Julie’s Haircut e Joe Leaman e quindi ampiamente esperto in merito a queste sonorità.

Imperdibili anche dal vivo!

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La recensione s/t di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2002-06-13 00:00:00

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