Disquieted By Lords of tagadà 2012 - Rock'n'roll, Punk, Hardcore

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12 pezzi, una mezzora buona, un bagaglio di sensazioni che a descriverle si perderebbe tutto.

Secondo me, ci sono cose che vanno dritte al nocciolo senza bisogno di tanti giri e capriole. Adesso non sto qui a farvi l’elenco (e ce ne sarebbero) però non è neanche questo l’ultimo step possibile dell’immediatezza. Un gradino più in alto, ci sono sempre gli eventi che sconfinano oltre, quindi senza limite previsto. Che neanche capisci, te li trovi davanti e tac, il tempo di girarti e loro te l’hanno già fatta. E sostanzialmente, non c’hai capito niente. Però, ritorneranno poi sempre sotto spoglie nuove, ed è lì che ne capisci la grandezza e…e insomma mi fermo che ho già svarionato troppo, e questo disco non lo merita.

Perché appunto l’esordio dei Disquieted By è una di quelle cose così oltre, che è così bello, necessario nell’atto, immediato quanto l’hardcore insegna, che non ha neanche bisogno di tante parole. Vi basti sapere che i giovanotti in questione tirano dritto sul palco da ormai dieci anni, e che questo è l’esordio. L’esordio. Dopo dieci anni. Fai quattro conti, tiri le somme, vieni a sapere ad esempio che David, il molosso che urla dentro ai microfoni, di mestiere fa il taglialegna, “che se non fai concerti cosa cazzo suoni a fare”, e che un disco così può essere tutto, TUTTO come solo l’hardcore sa.

Ovvio che tecnicamente a fare l’hardcore sarebbero bravi tutti, ma non in questo modo. Che significa che ogni pezzo c’ha il suo calibro di fotta misurato e servito come meglio non si poteva. Per rendere perfettamente l’idea basti pensare a titoli come “Aquaplanning”, “Marcetta”, “Protogone”. E poi i pezzi esplodono, e non è cosa da poco. Sono sempre a viso aperto, mai a testa bassa. E l’oscurità, che magari uno penserebbe con queste urla essere sempre dietro l’angolo, qui non arriva mai. Anzi, c’è sempre il sole. E la spensieratezza del tagadà.

In definitiva, 12 pezzi, una mezzora buona, un bagaglio di sensazioni che a descriverle si perderebbe tutto. Onore a Sons Of Vesta e To Lose La Track, che ancora hanno il coraggio di tirare fuori roba così. E onore ai Disquieted By. E che dio benedica l’hardcore, sempre. Amen.

 

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La recensione Lords of tagadà di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2012-07-16 00:00:00

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