The Horrible Porno Stuntmen The Horrible Porno Stuntmen 2012 - Rock'n'roll, Rockabilly

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Un debutto di alto livello per una band ormai veterana della scena neo-rockabilly italiana ed europea.

Riconosco che mi sono stupito non poco nell’apprendere che questo è appena il primo album per gli Horrible Porno Stuntmen. Sono tutt’altro che un nome nuovo per chi conosce anche solo un pochino la scena neo-rockabilly italiana: in giro dal 2005, più volte in tour in Europa e in America. Di più, apprendo addirittura che nel 2009 hanno partecipato a X-Factor, cantando “Tainted Love”, “Torpedo Blu” e l’immortale “Wooly Bully” di Sam the Sham & the Pharaohs. E ce l’hanno fatta praticamente senza sputtanarsi (cosa non facile, visto il contenitore, per un gruppo già noto nell’underground): resterà comunque ai posteri l’epitaffio del giudice Morgan, che lodò gli HPS per “il modo rock’n’roll con cui interpretate il mondo, diciamo che è una lente, la vostra”. Dopo un’esperienza del genere, comunque, presumo che la band riminese abbia deciso di tornare a ciò che sa fare meglio: suonare. Nei club, tra la gente normale e non tra i “personaggi”, veri o presunti.

Era tempo dunque per un disco. La validità della band, il mestiere maturato e la consapevolezza dei propri mezzi appaiono evidenti già dalla prima traccia “I love breakin’ my bones”, indiscutibilmente ispirata dagli Stray Cats e candidata ad essere una delle favorite dal pubblico live. “Tryin’ to get lost” non nasconde l’amore degli Stuntmen per i Sonics e per il punk ’77, con cui ibridano spesso e volentieri il loro rockabilly... ad esempio in “Coffee is god” e “Idiot rampage”.
Tra Hank Williams e i Social Distortion si situa “Porno Bop”, anthem che inneggia al “Porno Groove” (avranno pensato a un featuring di Immanuel Casto?) e che invoglia ad unirsi ai cori, così come “Our bass player is a rocker”. Sfiora il rocksteady “Space invaders”, che comincia come un pezzo di Vic Ruggiero e sfocia, nella coda, in un tirato swing classico. Per chiudere in bellezza, ancora un pizzico di pepe su una base rockabilly, con i fiati mariachi su “It’s not fair” (di Lily Allen!) e il garage-punk di “Pleased to milk you”.

Pezzi originali, insomma, tutti di ottima qualità. Tutt’altro che indimenticabile invece, la cover di un brano come “London’s burning” dei Clash, banalotta nell’arrangiamento e ai limiti dello scempio per quanto riguarda le parti vocali. Immagino sia un cavallo di battaglia dei concerti degli HPS, ma in questa sede si poteva tranquillamente evitare; discorso simile per “Psycho killer”, rilettura più dignitosa ma comunque non al livello del resto dell’album. Che resta alto e dovrebbe servire da esempio a tutte quelle band che pretendono di entrare in studio senza nemmeno essersi fatte un po’ le ossa. Chiudo con una postilla per tutti gli amanti di rock’n’roll e psychobilly: per voi questo è un disco da avere.

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La recensione The Horrible Porno Stuntmen di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2012-06-22 00:00:00

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