Biagio Antonacci Sapessi dire no 2012 - Pop rock

Sapessi dire no precedente precedente

Un sciupafemmine non più giovanissimo, e non proprio in forma.

D'estate, anche quelli che i giornali di gossip non li comprano mai, quando vanno al mare capita che prendano su uno di quei magazine con nomi improbabili, solo per alleggerire il carico di serietà. E l'intento di questa recensione non è poi così diverso, o quasi.

“Sapessi dire” no è l'undicesimo album del Biagione nazionale. Ma andiamo con ordine e partiamo dall'artwork, che merita. La copertina è disegnata da un Milo Manara probabilmente non troppo in forma. Una donna discinta e malinconica suona il piano mentre Biagio con ali nere da diavolo tentatore e occhiali da sole la guarda poggiato su un mare in tempesta. Manco un'Harley aerografata a un moto raduno austriaco. Ascoltando l'album l'idea che ci si fa è molto semplice. C'è un cantante, italiano, che per età e per l'aspetto piacione ha come target donne, single impenitenti e zitelle disperate. Camicia bianca, abbronzatura salentina, look sempre un po' finto casual e pettorale tornito ma non troppo che sennò non sembro così trasandato e si vede che mi metto sempre la crema nivea dopo la rasatura.

Siccome siamo all'undicesima prova discografica dell'Antonacci, si evitano astutamente fronzoli e inutilità, come in un Harmony. Ogni parola, ogni canzone, servono a dipingere e a caratterizzare una volta di più l'oggetto di culto della fan amante del suddetto colorito africano, occhio verde e camicia bianca. Ed ecco comparire la crisi del non essere più giovanissimo e tutto il bagaglio di insicurezze tipiche di quell'artista che la gente crede caparbio e arrivato ma che invece no, tutti sono deboli e a tutti capita di non sentirsi adeguati, di cadere. Voi non lo sapevate, per questo Biagio ve lo dice in “Senza un nome”. Altro importante campo semantico, l'essere sciupa femmine, ma non di quelli cattivi, piuttosto uno di quelli che non vorrebbero mai far del male ma non ce la fanno perché “Io non ho mai detto no a niente” (“L'evento”). Eh già. Il Biagio era partito agli albori della sua carriera con pezzi un po' polemici, c'aveva i capelli lunghi ma dominati dalla schiuma e la camicia di lino larga, ma senza esagerare. Insomma erano gli anni Novanta, il grunge imperversava e lui ce lo ha messo dentro le sue prime canzoni, almeno per quanto ne era capace, almeno fino a quando non è stato convocato dall'ex-suocero nella Nazionale Cantanti. Quando era giovane il suo grido era "Liberatemi". Oggi siccome c'è la casta anche lui urla la sua indignazione in “Con infinito onore”: “Pago un pizzo organizzato e mi proteggono”, chitarroni a iosa e “Come un servo schivo ma schiavo faccio politica”. Biagio non le manda a dire, eh!

Nel frattempo, mi sono scordata di farvi una piccola raccomandazione: se per caso vi capitasse, come è capitato a me, di dover o voler ascoltare una canzone di Biagio, abbiate l'accortezza di non riflettere mai troppo sulle liriche. Cose del tipo “Con infinito onore le confesso che mi sento plastico ed è per questo che ho imparato a vivere fantasticandomi”, “Buio nella stanza, sesso in abbondanza, usa e getta l'anima”, “La gloria mia l'ho messa in grolla così bevete tutti alla salute di uno che ha dimenticato” o il criptico complimento alla sua donna “La tua voce ha un suono lungo come una nave in porto”, che se uno mi dice così gli tiro un cartone. Ecco, voi a tutto questo non fateci caso: io me le sono trascritte su un quadernino perché a volte mi piace farmi male, perché dovevo scrivere questa recensione e perché sogno che qualcuno mi regali una Smemoranda.

Ma torniamo a noi e ai rodati ingredienti che compongono “Sapessi dire no”, visto che c'è anche la canzone estiva. Quella ci vuole, e infatti da qualche settimana è in heavy-rotation nelle radio; si intitola "Non vivo più senza te", ha un ritmo spagnoleggiante, tutta fisarmonica e battiti di mani, parla di pizzica e di vacanze in Salento, quelle che vanno tanto di moda tra le quarantenni moderne. Volpone di un Biagio, che je fai tu alle donne, “la sua bocca la sua bocca punta sempre più a Sud”. Infine, la vena malinconica. Che si sa, la gente porta sempre una maschera e dietro ad un sorriso a volte si nasconde una lacrima. È qui che Antonacci mostra il suo vero io. Gli amici che lo abbandonano a causa del successo, la solitudine, la difficoltà a dimenticare gli amori passati. Il gattone arruffato saluta le fan alla fine del disco con un agurio: “Fate sempre bei sogni”. Yawwwwnnn.

Sul piano musicale c'è poco da dire. Chitarrine e chitarrette varie, un po' di elettronica blanda ché va di moda in Senza un nome, un riff che sembra “Don't tell me” di Madonna in “Liberandomi di te”, pianoforti quando c'è da stringersi il cuscino al petto, ritmi spagnoleggianti, sassofoni e molti uooooooeeeeeeee alla Chris Martin, così imparate, voi radio mainstream a importare un gruppo inglese ogni dieci anni.

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La recensione Sapessi dire no di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2012-08-06 00:00:00

COMMENTI (9)

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  • utente61913 12 anni fa Rispondi

    se lo dici tu, stefano, non ho motivo di dubitarne.

  • briscola 12 anni fa Rispondi

    ciao @unragazzoserio a me sembra il contrario, cioè che rockit vada sempre meglio a livello di accessi e pageviews
    attento a non confondere il forum con la parte editoriale del sito
    il forum è in mano a dei casi clinici in cerca di attenzioni (come tutti i forum del forum del mondo), secondo me lo tengono solo come studio antropologico o sono masochisti o è finanziato in stile assistenti sociali (non credere nemmeno che il forum faccia così tante pageviews, me l'ha detto @sandro giorello)

  • Drockin 12 anni fa Rispondi

    Infatti, visto il genere di Ferro, è tutto strano: l'intervista, gli elogi?!?!

  • faustiko 12 anni fa Rispondi

    Allora dovremmo accanirci anche contro Ferro e Cremonini...

  • Drockin 12 anni fa Rispondi

    Stavo per scrivere lo stesso di unragazzoserio. Ormai trovo patetico questo accanimento degli "alternativi" nei confronti del maintream. Se non mi piace davvero una cosa mi giro dall'altra parte. Se quella cosa mi piace ma non posso averla, allora la critico.

  • utente61913 12 anni fa Rispondi

    siete proprio alla frutta, eh? non sapete proprio più cosa inventare per rivitalizzare il forum cercando la polemica inutile. bravi.

  • rudefellows 12 anni fa Rispondi

    looooooooooool. chapeau teresa

  • pons 12 anni fa Rispondi

    Bella recensione @TeresaBellemo ,mi hai fatto ridere!

  • amarodelcapo 12 anni fa Rispondi

    "..pettorale tornito ma non troppo che sennò non sembro così trasandato e si vede che mi metto sempre la crema nivea dopo la rasatura." :)))))