Negazione Tutti pazzi (1983-1992) 2002 - Punk, Hardcore

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La prima e ultima volta che assistetti a un concerto dei Negazione fu durante il ‘Monsters of Rock’ del 1991 quando aprirono per AC/DC e Metallica. Capii subito che l’anagrafe mi aveva giocato un brutto tiro e mi aveva fatto perdere qualcosa di veramente esaltante: la stagione dell’hardcore italiano. Quando recuperai i dischi dei vari Raw Power, CCM, Indigesti, Kina… mi si aprì un mondo fatto di rabbia, sudore, passione che potevo contemplare solo con lo sguardo nostalgico di chi era arrivato tardi.

Francamente non so quale visione del punk possono avere gli adolescenti del 2002, abituati a vedere i loro idoli su MTV e a sfoggiare creste colorate a scuola. Probabilmente il pregio maggiore di questa raccolta è proprio quello di portare a loro conoscenza una musica che si fondava su presupposti completamente diversi, nonché una scena ormai preistorica nella quale il motto dominate era “Punk is attitude, not fashon”.

Per i Negazione le parole erano estremamente significative e precise; il loro nome in primis era lo sputo in faccia a un mondo di pazzi impegnati solamente a conservarsi una casa e un lavoro. Il loro hardcore era veramente una musica fiera e devastante, ma non solo. I loro testi erano anche incredibilmente poetici, non lirici come quelli degli Hüsker Dü, ma capaci di distillare tutto l’odio provato nei confronti di una società ostile in versi a dir poco memorabili: “Forse stiamo sbagliando, ma chi sarà mai l’eroe del giusto?” canta Zazzo in “Un amaro sorriso”.

Un altro pregio di questa raccolta è quello di sintetizzare una carriera encomiabile fatta di tour all’estero e autoproduzioni. I primi anni del gruppo sono dedicati a esprimere il punk più virulento possibile e sono rappresentati al meglio da classici quali “Tutti pazzi” e “Noi”. Col passare del tempo la musica si fa più accessibile e gli estratti dall’ultimo album “100%” suonano molto vicini al punk-grunge melodico dei Bad Religion. Tutto sommato il loro album migliore (e quello che consiglierei a chi volesse approfondire la loro conoscenza) risulta essere “Lo spirito continua”, dal quale sono estratti la poetica “Lei ha bisogno di qualcuno che la guardi”, la trascinante “Straight and rebel” e la lancinante “Niente”, brani capaci di coniugare sparate ipercinetiche con strutture articolate e liriche evocative.

Musica d’altri tempi, sicuramente. È del resto significativo che manchi all’appello “Dritto contro un muro”, uno dei miei pezzi preferiti in assoluto. Dopo tutto versi come “…sto sbattendo la mia testa contro un muro, ma è meglio che riempirla di merda” sono ancora irriconducibili a un qualsiasi marketing plan.

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La recensione Tutti pazzi (1983-1992) di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2002-08-07 00:00:00

COMMENTI (2)

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  • captainmantell 13 anni fa Rispondi

    ti

  • mattiacodeina 14 anni fa Rispondi

    Nelle strade, nelle piazze, nei palazzi
    i bambini, madri a casa, operai
    tanti soldi, una casa, un lavoro
    tutti pazzi, tutti pazzi, tutti pazzi!
    Non e` questa la mia vita,
    tutto questo non fa per me
    Una guerra, una morte, grande corsa verso la morte
    tutti felici, tutti contenti, state morendo
    tutti pazzi, tutti pazzi, tutti mor