Walking Mountains Walking Mountains 2012 - Psichedelia, Jazz, Elettronica

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Un disco fortemente politico, di elettronica che sembra vera. Una perla nera da esportazione.

Se questo disco vi sembra troppo bello per essere stato composto da un debuttante, avete ragione da vendere: Bartolomeo Sailer, classe 1971, resident dj dello storico Link di Bologna negli anni 90, in tour con Autechre, apertura per gli Orb, stampa americana Thrill Jockey per i suoi Wang Inc. (defunti dopo più di 10 anni di onorata carriera), è l'artefice di questo colosso.

Quasi 70 minuti di elettronica che sembra vera, un lavoro monolitico come l'alias che si è scelto. Un concept di resistenza alla classe dominante, di immolazione per la causa, nel quale Ghandi e Che Guevara sono invitati in casa da Mao Zedong per bere qualcosa e parlare di rivoluzione e nel quale trova spazio la ballata del lavoratore precario, priva di quell'orribile retorica che ne appiattirebbe i contenuti. C'è l'essenza della Kosmische Musik, metabolizzata ed attualizzata, ci sono le ritmiche sghembe e rotolanti che sembrano uscite da "Nearly God" di Tricky e una lunga serie di riferimenti più spaziali che psichedelici, berlinesi, concreti che si sposano alla perfezione con percussioni esotiche di sapore asiatico. "In this world there's no poetry". Difficile dare torto a Bartolomeo.

Entrare dentro la musica di Walking Mountains equivale a perdersi in un intricato labirinto percussivo ("Self immolation"), dentro cadenze marziali mischiate alla miglior sperimentazione kraut ("The dominant class", con il testo di Umberto Palazzo e sax di Enzo Casucci), significa ascoltare la voce di Vincenzo Vasi diventare strumento ("Ⓐ"), oppure addentrarsi dentro vicoli dal sapore indiano ("WTF") o nordafricano ("My revolution") che una volta percorsi diventano paesaggi di modernariato futuristico che potrebbero fare da colonna sonora a "Strange Days".

Un disco fortemente politico, che non fomenta la piazza, ma infonde saggezza nel singolo. La rielaborazione degli ascolti di una vita, senza rincorrere le mode del momento o il situazionismo, paga e fa diventare l'album una perla nera da esportazione. In Italia c'è bisogno di musicisti così. Attendiamo fiduciosi le prossime evoluzioni.

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La recensione Walking Mountains di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2013-01-07 00:00:00

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