MoroSilent Revolution2012 - Cantautoriale, Pop

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La bellezza salverà il mondo? Se così fosse, il folk d'autore di Moro darebbe il suo piccolo contributo alla “rivoluzione”.

Anni fa uscì allegata a una defunta rivista di musica una serie di poster che illustravano vari generi musicali attraverso alberi genealogici. Non ricordo se ci fosse l'albero dei cantautori, ma non importa, il punto è che se qualcuno facesse oggi un albero genealogico dei cantautori, dovrebbe sicuramente includere il ramo dei “cantautori italiani ma anglosassoni dentro” e su questo fronduto ramo farebbe bella mostra di sé Massimiliano Morini in arte Moro, con la sua musica che non fa nessuna rivoluzione, ma succhia tutta la linfa dalle radici, per fiorire e stare lì in un trionfo di semplice bellezza.

La bellezza di una voce pulita che non ha bisogno di evoluzioni da fenomeno per accarezzare e fare male. La bellezza di canzoni illuminate da raggi di candida (ma non ottusa) positività - “the sun still shines today, the sun still shines again”, canta in “No Clue” - e bucolica pacatezza, turbate da fremiti di tristezza e inquietudine, sognanti ma con un occhio disincantato ben aperto su una realtà di sedicenti rivoluzionari dal sedere pesante – però è una rabbia sana e non giudicante quella della title-track. La bellezza handmade di un sound acustico che passa dalla leggiadria bucolica di “Love And Understanding” e “My New Love” alle luci calanti di “Some by time”, “When I go to bed too late” e “Lie to me”, con tocchi elettrici (“Spike Milligan”) e black (“Ordinary Days”). Se tracciate questo family tree ricordatevi, dopo Dylan, Donovan, i Buckley, Nick Drake, Elliott Smith e tutti gli altri, di disegnare il ramo italiano, e ricordatevi di Moro.

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La recensione Silent Revolution di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2012-10-29 00:00:00

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