Gang Fuori dal Controllo 1997 - Cantautoriale, Rock, Folk

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Ragazzi che scossa! Sinceramente non so dirvi se è a 320 o 180 volts, ma questo importa poco. La cosa più interessante è ascoltare il nuovo (capo)lavoro dei fratelli Severini, due eroi della scena rock italiana che sono in giro fin dai primi anni '80 e oggi ritornano con un album che forse acquisteranno in pochi e che di conseguenza solo la minoranza "morettiana" di "Caro diario" potrà apprezzare. Comunque non c'è alcun problema, gli altri sapranno scoprirlo se avranno l'opportunità di percepire alcune "scariche" delle 13 canzoni che costituiscono lo scheletro di un disco dove quasi tutto funziona alla perfezione.

Lasciate a casa le fisarmoniche e i suoni puliti, Marino e Sandro Severini affidano la produzione a Gianfranco Fornaciari, leader dei Clandestino, e danno inizio alle danze (si fa per dire!), in compagnia dei Frontera (notevole il loro "Almeno 3 volte"), con "Muoviti" e la title-track, due brani in cui la parola d'ordine, che poi varrà anche per tutti i capitoli dell'album, è adrenalina: in totale circa 7 minuti di riff che non concedono un attimo di tregua alle Fender che gridano pietà. Con "Fino alla fine" si fa una piccola pausa e viene dato un po' di spazio alle chitarre acustiche, ma è solo un illusione; in "Giorni" si riscopre l' american style, sia per il testo (si prende a modello "La lotta continua") che per le musiche. Le ballate non mancano: "Bruciami l'anima" è una "sentimental song" molto riuscita, come anche la splendida "Chi ha ucciso Ilaria Alpi?" (più accelerata), un ricordo della giornalista Rai assassinata in Somalia. Canzoni come "Dopo la pioggia", che ha bisogno di più ascolti per convincere, e "Resta vivo", un po' troppo facile nel testo, risultano i due episodi meno riusciti, che non influiscono assolutamente nell'economia dell'album. Ascoltare per credere: "Il testimone" (un basso pulsante da sballo), "Colpevole di ghetto" (gran testo di denuncia: "Reo di resistenza ad uno Stato di polizia"), o "Il bandito Trovarelli" (rispunta il sano punk degli inizi), per ridare fiducia al gruppo, che chiude l'album con "Comandante", tributo a tutti i guerriglieri che lottano sul pianeta per la conquista della libertà. Unico punto di contatto con i due precedenti lavori lo troviamo in "Iside" (delle atmosfere tranquille), per il fatto che questa prova discografica dei Gang riscopre, come già detto, l' approccio punk delle origini (significativa la copertina), superando in rumore "Barricada rumble beat", e dando vita ad un suono che in Italia non sentivamo da tempo, tant' è che pure Ligabue credo li invidi in questo momento. Al di là di tutto ciò, fa veramente piacere sapere che sono di nuovo fra noi due autori fondamentali della scena italiana, tanto lodati (giustamente) dalla critica negli anni, quanto maltrattati dal pubblico a livello di vendite. Non sappiamo se questa potrà essere la volta buona, se la mancanza di Massimo Bubola abbia influito o meno, o se la produzione di Fornaciari sia stata equilibrata ; sta di fatto che con questo "Fuori dal controllo" i Gang possono essere promossi a pieni voti, e noi come loro "...fino alla fine semineremo vento."

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La recensione Fuori dal Controllo di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 1997-06-12 00:00:00

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