Spoonies Bock 2001 - Strumentale, Noise, Alternativo

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Altra uscita per la Psychotica Rec. di Taranto che già avevamo sentito con i Suck and Spit (altra formazione in cui milita Psichic, l’uomo dietro le iniziative dell’etichetta). Si tratta di noise improvvisativo di natura ‘psicotica’. Basso spigoloso, batteria secca - che sa il fatto suo in quanto a ritmica -, e una chitarra che sembra una palla da biliardo che se ne fotte dell’attrito e continua a rimbalzare e tracciare geometrie assurde. Non so più se incazzarmi o entusiasmarmi…
No no no no: ma che sto facendo? Vabbè, lo dico! Dopo un inizio in sordina questo cd decolla. Si, decolla (non vi piace la terminologia rubata alla ‘old-school’ dei recensori? Ecchisenefrega!), a partire da “To pour milk on the floor (p.1)”. La ascolto e, nonostante la solita vocina che mi dice che si tratta di cazzeggi, non ci posso far niente… mi piace, non so perché! Un arpeggio che si trasforma in crescendo e riprende riff ad angolo acuto, con un basso che a tratti fa il verso a un ritmo funk su due sole note.

Penso: e se magari mi perdo qualcosa? Ma ho il background giusto, adesso. Mi faccio ricatturare da “Painties”, sali e scendi di volume e di ritmo, da un arpeggio a un ostinato. Alla fine mi stancherò di ripetermi che è la stessa roba di prima. Non è vero! Avanti siamo onesti. Se ci fosse un ritmo imperante batterei anche il piede ma… va bene faccio qualcos’altro!

“Painties” e “To pour milk on the floor (p.2)” continuano quanto di buono c’è stato finora. Bene, bene. Un minuto e mezzo a testa, ritmi diversi che non definirei né calmi né indiavolati. Qualcosa che sta nel mezzo, ok? Basta trovare un accordo.

Ma è l’ultimo pezzo “You fantastic” che calamita la mia attenzione. Di solito a un pezzo così sarebbe stato dato ben altro spazio, ma (ovviamente, come poteva essere? ormai mi stò adeguando alla linea di pensiero generale) non qui. Bell’inizio con arpeggio e batteria al seguito, crescendo, stridio, quindi un taglio netto delle frequenze. Poi si riprende: riassestamento delle parti con un picco di dtrumming stridulo verso un finale che si spegne in fade-out. Bello, che devo dire.

Per assonanza con l’ultimo pezzo sembrano veramente degli You Fantastic costretti a suonare, in maniera più o meno chiara, a calci in culo. Di sicuro una lode all’irrispetto incondizionato (da indirizzare verso l’oppressore del momento) e all’ostinazione.

Che dire? Spero che continuiate così.

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La recensione Bock di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2002-11-13 00:00:00

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