Corrado Meraviglia L'Occasione 2013 - Cantautoriale, Rock, Pop

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La differenza rispetto a tanti dei suoi fratelli è che questo è, finalmente, po’ più unico...

La faccio semplice, perché così mi va. Che cosa mi piace di Corrado Meraviglia? Che cosa mi piace di questo “L’occasione”? Mi piace come suona. Mi piace IL suono. Mi piace che per una volta, un disco di cantautorato italiano suoni molto poco cantautorale, almeno per come lo intende il luogo comune. Che dietro i (bei) testi - di cui va apprezzata forse in modo particolare la nota più acida e disillusa; un immaginario sgranato dipinto in bianco e nero - ci sia qualcosa che questi testi li sa reggere, colmare di atmosfera nel modo giusto.

I pezzi in scaletta sono undici, per un totale di poco inferiore ai quarantacinque minuti. Giusto per sottolineare che di cose da raccontare Corrado ne ha. E sono tutte cose interessanti. Come le racconta? Il suo modo di essere cantautore ricorda principalmente Rino Gaetano e, di rimando, tutti i suoi figli, ognuno di questi, manco a dirlo, fratelli unici. Il modo unico di Corrado Meraviglia, il suo essere parte della categoria senza però esserlo del tutto, risente positivamente di tutto ciò che Corrado stesso ha vissuto e ascoltato durante il suo periodo, chiamiamolo così, di formazione. Ci siamo passati un po’ tutti, sia chi la musica la fa, che chi la ascolta. Corrado è un classe 1969; vuol dire che quando è uscito “Nevermind” aveva ventidue anni. Grande e (musicalmente) vaccinato. Spulci la bio e ci trovi: “… suona per tutti gli anni Novanta nei Rimozione Forzata (poi EmmaPeel) con tutte le influenze del periodo (Dinosaur Jr, Sonic Youth, Ride, Motorpsycho, Sebadoh, Pavement, Buffalo Tom, God machine, Massimo Volume, Red House Painter”. A casa mia 2+2…

Ecco quindi che pezzi come “Sam (Unmade in HK)”, la stupenda “Scatole” e i suoi tessuti sonori impeccabili, il minimalismo poetico di “Lampione”, il folk pop di (…) “Folkpop”, gli echi quasi shoegaze di “Luccica” (probabilmente in pezzo più bello del disco) rappresentano lo scarto tra chi un’idea creativa (e comunicativa) ce l’ha, e chi no.

“L’occasione” è un bel disco, come ce ne sono tanti; e come ogni disco può piacere o non piacere. La differenza rispetto a tanti dei suoi fratelli è che questo è, finalmente, po’ più unico.

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La recensione L'Occasione di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2013-09-26 00:00:00

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