Io Monade Stanca Three angles 2013 - Sperimentale, Noise, Dance

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Il math nel 2013 è più vivo che mai e questo è un album importante.

La composizione matematica non si confà agli ascoltatori maniaci del controllo, perchè sfugge a qualsiasi ordine mentale. Seguendo una linea, ne perdi un'altra, mentre cerchi di metabolizzare le parole o i fonémi cambia la prospettiva e nemmeno te ne sei accorto. Ad oggi, nonostante il genere sia stato sviscerato e declinato in qualsiasi possibile variabile, riesce ancora ad essere sfuggente ed insieme totalmente terreno, come il suono di un disastro naturale. Il pensiero che non vi sia niente di accidentale in questo "Three Angles", ritorno su lunga distanza per Io Monade Stanca, mi fa pensare al delitto perfetto. il trio, facente parte del "canalese noise", si definisce patafisico / filosofico / psicopatico e dedica questo album al numero 3. Rinuncio ad ordini mentali di sorta e mi calo questo disco come fosse un trip.

Apre "Birichino sarai tu", un mantra solido che si alleggerisce fino ad avvicinarsi alla malinconia, come l'avrebbero concepita i Don Caballero. Echi di Melvins e Shellac in "90 Gradi", la voce è grandiosa ma non capisco una singola parola. Poco importa, qui si incrociano tre flussi, come in "Ghostbusters" e la risultante è sempre pericolosa e sempre potente. Affascina "Telefilm", con ospite Xabier Iriondo ad orchestrare i feedback di contrappunto a Nicolas J. Roncea che gioca a far rimbalzare le dita sulla chitarra alla maniera di Ian Williams. "Momra Russia" segue cadenze post-rock per lanciarsi in un inferno di numeri e suoni che stordiscono di bellezza. Si susseguono il math da antologia di "Va tutto bene, è tutto bellissimo", la deflagrazione di 47 secondi ("Tamarrismi") e la costruzione epica di "Ma grand mère est méchante" per giungere al prog stralunato di "Un giro in bici", un esperimento alchemico che mischia i Gong con Frank Zappa. Chiude "Vivaldi", un pezzone che da solo vale il disco. Al suo interno ci senti tutte le influenze che hanno fatto bello questo album, insieme ad atmosfere nostalgiche, un finale ambient che spiazza e che ti lascia eccitato ma anche confuso. Sicuramente appagato.

Suonato perfettamente, ma non poteva essere altrimenti, questo lavoro spinge Matteo, Nicolas ed Edoardo ad un livello compositivo superiore, per un prodotto che dovrebbe e dovrà girare fuori dai confini italiani, grazie anche alla collaborazione con etichette europee quali A tant rever du roi (FR), Human Feather (ES), Whosbrain (LUX), T-collectable distribution (NL), insieme alle italiane New Sonic Records, Goat Man, Onlyfuckingnoise e Canalese Noise. "Three Angles" è per il sottoscritto uno degli album più importanti dell'anno, ti obbliga ad un ascolto senza interruzioni e ti constringe, per una mezz'ora, a mollare la mente da qualche parte. Vi sembra poco?

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La recensione Three angles di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2013-10-16 00:00:00

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