Punck mu 2003 - Sperimentale, Psichedelia, Elettronica

mu precedente precedente

Questo cd è praticamente perfetto. E’ una registrazione senza pecche, concisa, senza lungaggini, senza un suono di troppo. Le tracce sono state create con “un laptop(un pc portatile), mille softwares, un lettore minidisc e un mixerino” come l’autore stesso mi ha comunicato. E’ elettronica pura, nel senso che costruisce trame sonore non ballabili, senza un ritmo facilmente percepibile ad un primo ascolto, ma individuabile con la concentrazione e con la fantasia, come può esserlo quello prodotto dalla ripetizione ritmata e continuata del rewind di una cassetta nel vano dello stereo. Pochi i segni di “realtà”, ma un insieme di rumori e risonanze assemblati con cura e ricercatezza. E cinque titoli espressi per lo più in numeri. Questo è Punck appellativo dietro il quale vive Adriano Zanni. Ma non ho incontrato vita umana in questo demo, non ne ho incontrato la manchevolezza, la melodia e lo sfogo. Tutto sembra non-umano e su tutto risulta sintetica e priva di vita la voce dell’essere che annuncia telefonicamente l’uccisione di Aldo Moro nel documento sonoro che fa da sfondo alla traccia “090578”. L’alienazione di una testimonianza del genere, sebbene eccessivamente angosciante, rientra con incredibile coerenza in questo insieme di suoni inumani.

La cosa più difficile da descrivere riguardo “MU” è il contrasto che nasce tra la forte sensazione di freddezza, di mancanza di carne ed ossa e la consapevolezza fin dal primo ascolto che questo cd non è un semplice prodotto musicale, ma una registrazione di stati d’animo che non vogliono trovare le parole, i cantati per esprimersi. E’ come entrare materialmente dentro un pensiero che cambia nel corso degli istanti, che crea paesaggi e situazioni mentali personalissime e di proprietà inalienabile dell’autore. Mi risulta quindi complesso recensire in maniera obiettiva quella che considero una piccola parte del mondo psicologico del compositore, sarebbe più agevole se le cinque tracce fossero abbinate ad immagini, colori, quadri che potrebbero completare le atmosfere e le suggestioni facendole diventare più chiare e fruibili. In questo modo forse non sentirei la mancanza del “difetto”, quello che ha fatto piangere un Blade Runner rendendolo grandioso e indimenticabile.

---
La recensione mu di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2003-03-12 00:00:00

COMMENTI

Aggiungi un commento avvisami se ci sono nuovi messaggi in questa discussione Invia