Anche se con notevole ritardo, giungo finalmente alla recensione di questo demo degli Atomic Ants. Onde evitare superflui sproloqui introduttivi, cercherò in poche righe di concentrare il sodo.
Nella galassia crossover, il pianeta della band ruota sulla stessa orbita di System of A Down, Korn e Faith No More. Parliamo dunque di crossover con accezione nu-metal, con tratteggi funkeggianti e groove corposi, urla emo (anche se dosate con più parsimonia rispetto a quanto siamo soliti, purtroppo, ascoltare) e bei chitarroni distorti. Tanto per precisare, i Nostri non sono certo maestri in originalità, ma nei passaggi in cui evitano il manierismo più assodato, il virtuosismo chitarristico più abusato (lanciamo la petizione contro gli assoli virtuo-chiccosi!) o la ripetizione di formule già fortemente utilizzate dai gruppi precedentemente citati, le canzoni girano. Gli Atomic Ants, dunque, danno il meglio di loro quando tentano nuove maniere di riformulare la materia rock, con approcci ritmici sostenutissimi, come il tribale di “Mariah”, il funky sostenuto di “Fidij” o l’industrial di “John G” (in assoluto la mia canzone preferita del lotto, quella che dà più indicazioni in fatto di capacità del quintetto).
Mi pare dunque che la miglior strada che la band possa intraprendere sia quella della contaminazione meno scontata e della ricerca in fatto di suoni e strutture. Non è infatti un caso che il disco suoni più accattivante nei momenti meno nu-metal ed in quelli più originali (per quanto questo concetto possa essere relativo). Tra l’altro, se il livello dell’home-recording dovesse migliorare ancora rispetto a quello già elevato di questo lavoro (e se, ovviamente, gli Atomic Ants opteranno di nuovo per una autoproduzione), sarò sicuramente curioso di ascoltarne i risultati.
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La recensione demo di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2003-04-10 00:00:00
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