Talk To Me Roads 2014 - Slow-core, Electro, Ambient

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Da abbracci al buio. Indietronica con una voce femminile bella e rara.

Parlami. Parla una lingua che sia comprensibile solo a noi due. I Talk To Me sono un duo che trasforma la costa adriatica nella provincia americana dalla quale scaturiscono i suoni college rock di Ben Gibbard mutuati dalle basi indietroniche e dalle onde di distorsione che dividono il mare tra Scozia e Irlanda. La voce cristallina e sottilmente adolescente di Stefania, il suo inglese totalmente credibile e le orchestrazioni elettroniche di Andrea, come anche le ballate per chitarra, ti appaiono come la rugiada mattutina imperlata di luce dopo il violento acquazzone notturno.

Delicate eppure emotivamente dirompenti, queste canzoni entrano istantaneamente sotto pelle, annodano la gola e sarebbero tutte perfette per comporre la sigla finale di un film da Sundance o una puntata particolarmente commovente del defunto ma mai troppo pianto Scrubs. “April” sembra uno di quegli episodi meno ballabili di M83, cantato da Imogen Heap. “Basement” è un singolo come in Italia difficilmente riusciamo a comporne: ritmo e ritornello killer. Da inserire nei dj set per vedere l’effetto che fa. “Venditti”, una volta tolta l' immagine dei capelli piastrati fino alla morte del cantautore romano dalla testa (e non è semplice come sembra) è una ballata shoegaze, da abbracci al buio. Il ritmo della metrica, uno dei loro punti di forza, insieme alle bellissime armonizzazioni vocali, torna in “Fastness”. “01.01” è il bignami del dream pop ma è “To Disappear” una delle più belle del lotto. La delicatezza di “Timing” apre a “By This River”, cover del classicone di Brian Eno che in questa veste sembra in caduta libera dallo spazio, nel buio accecante, nell’atmosfera che non fa respirare, precipitando a rallentatore, per cadere sulla terra. Davvero toccante.

L’unica cosa che andrebbe migliorata di questo album è la grafica, che non rende assolutamente merito alla musica in esso contenuta, di qualità veramente alta. Un ritorno che segna un’evoluzione nella quale il duo, nonostante i numerosi rimandi, rimane adeso al proprio stile, piuttosto unico, senza cercare la giocata d’effetto e dunque riuscendo in pieno nell’intento di inumidire gli occhi e rigare guance, senza mai scadere nella tristezza. Per una giornata grigia, come quella di oggi. Per quei giorni nei quali l’unica cosa che vorresti dire è “Parlami."

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La recensione Roads di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2014-02-14 00:00:00

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