Terence That's All Folks 2014 - Punk, Indie, Alternativo

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Un disco dalle moltissime sfumature

Vi racconto la storia di una delle mie ultime cantonate. Qualche mese fa il boss di To Lose La Track mi contatta e mi sottopone l'ascolto di “Chicken wings” di Terence, per l'inserimento nella nostra tradizionale compilation mensile in free download. Io la ascolto, non mi colpisce, rifiuto l'offerta e vado avanti. Un mesetto dopo mi arriva il disco completo e mi è subito chiaro che la chiave per capire Terence era ascoltarlo sin dall'inizio nella sua interezza, e non a brani singoli.
“That's all folks” è infatti una piccola perla di alternative-rock che molto deve all'America degli anni '90, ma non solo: contiene in sé la spontaneità del punk, un pizzico di lo-fi, agitazioni anti-folk, spirito garage. Stiamo parlando del Beck locale? Di certo è il paragone più vicino, ma tanto per capirci, manca “Loser”, il brano forte, quello che più di altri si fa ricordare. E quindi, come si diceva all'inizio, è nella sua interezza che il disco trova il suo perché.

Inizia col brano più punk, “Chicken wings”, che vede la partecipazione dei Tiger! Shit! Tiger! Tiger! (così come “3 times dead”), per poi spostarsi verso territori più propriamente rock, con l'arrangiamento più incanalato e statuario di “Defeat” - e il basso di Francesco dei Majakovich – contrastato dal canto sguaiato e sgraziato. “Hey dude!” e “Small time big heart” sono forse i brani più interessanti della collana, potendo contare su riff e sezione ritmica meno prevedibili, soprattutto il secondo, che ospita un pianoforte di belle speranze, una grande pennellata di colore che regala un momento di abbagliante post-rock. “Fine thanks” è il brano meno incorniciato: si sviluppa in un riff dal sapore lounge, con sezione ritmica cadenzata e due voci, una maschile e una femminile.

È chiaro come a Terence piaccia giocare con la sorpresa, l'imprevisto, appendersi al microfono o stare tutto composto col chitarrino e il poggiapiedi, spaccare una grancassa o dire una romaticheria. I brani singoli sono validi, ma da soli rappresentano episodi di genere spesso derivativi. Insieme invece, mostrano questo variegato mondo interiore e musicale che è ciò che vogliamo sentire da Terence.

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La recensione That's All Folks di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2014-06-05 00:00:00

COMMENTI (2)

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  • Motozap 10 anni fa Rispondi

    quest'album è potentissimo

  • junkyard 10 anni fa Rispondi

    grazie mille Chiara, ti devo un cynar.