Hartal! HARTAL! 2014 - Punk, Psichedelia

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La nuova incarnazione di quelli che prima erano Afraid!. Chitarrismi e psych-misticismo dal Triveneto.

Hartal! è il nuovo nome che si sono dati quelli che prima erano Afraid! e prima ancora gente del Triveneto, schiva, forse silenziosa, sicuramente non rassicurante. Non che li conosca di persona, ma stando a come suona questo loro omonimo disco d'esordio viene diverse volte la tentazione di associarli a un'idea di notturno campestre, incubi e mistica da strada provinciale e immaginari non proprio idilliaci.

Dismessi quelli che erano gli spigoli e il punk del passato, adesso in testa tiene botta il modo in cui i Loop, a fine 80s, ripensavano la psichedelia. Un flirt continuo tra arpeggi dilatati e chitarrismi garage che hanno i geni sporchi e malati di Stooges e Velvet Underground. Un continuo incontro/scontro che non fa che generare altri paesaggi, quelli sì interamente homemade, dove paure e oscurità terragne fanno pendant con un esotismo che è una chiara dichiarazione d'intenti a partire dal nome (hartal indica una forma di sciopero tipicamente indiana). Lo scheletro è tutto affidato a una batteria indolente, che assieme a quel basso così frenetico (prendete "Chasing The Beaver") riesce a passare da ritmiche secche, semplici, a disegni profondi e tribali. In mezzo al cerchio una voce che appare sempre sommersa, in secondo piano, e per questo a volte ancora più avvezza alle grida reiterate (quello che succede in "Old Chicken Makes Good Brooth" valga come esempio). Spuntano anche un synth qua e là e soprattutto un sax, che scompiglia il finale di "Ogoniland" trasformandolo in un rituale afro-jazz che avrebbe fatto felice persino Sun Ra.

Un esordio di tutto rispetto, con un paio di brani veramente sopra la media, che va a segnare un puntino rosso con sopra il nome Hartal! nella geografia psichedelica di un territorio già padre putativo di band come Squadra Omega e Thee Piatcions. E che proprio su quel confine idealmente si pone, perso com'è tra distorsioni e urgenza e uno scenario più smaccatamente occulto e capace a tratti di sfondare orizzonti addirittura spacey.

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La recensione HARTAL! di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2014-04-21 00:00:00

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