Ale Gispsy Baby Go 2014 -

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Riprese in strada e attitude da cattiva non sempre ripagano, specie se quello che ne viene fuori più che un pezzo trionfale suona come una ninna nanna. A volte il confine tra il cool e il cattivo gusto è labile e il pezzo di Ale Gipsy "Baby Go" ne è la prova, perché non basta insultare le altre, sedersi sulla bike e fare la dura per concorrere al titolo di regina del rap made in Italy, c'è di più.
Ale Gipsy si perde in un'imitazione di M.I.A che poco convince per stile e produzione: le liriche sono povere, la stessa rapper dopo averle pronunciate sembra non crederci molto, l'interpretazione risulta piatta quanto il flow su cui la bad girl prova a graffiare. Insomma, scena già vista quella del premiare una ragazza solo perché dice di essere cattiva, quando di cattivo c'è anche tutta la produzione. Al di là del personaggio su cui ci si vuole aggrappare, quello che non funziona è che Ale Gispy non può dominare una nomea del genere perché non ha i contenuti per una sfida così alta. Le parole non rivelano una storia o uno stile di scrittura, non c'è potere di affermazione e scompaiono subito dopo essere uscite dalla sua bocca. Ancora una volta, il trono della regina rimane vuoto, aperto ad altre candidature. Quindi sì, baby baby go

 

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La recensione Baby Go di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2013-09-27 00:00:00

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