Versailles VRSLLS EP 2014 - Noise, New-Wave, Punk rock

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"Il duo più incazzato e sporco di Pesaro" è tornato e anche stavolta non delude

Che a Pesaro ci sia qualcosa di veramente incredibile, lo abbiamo detto più e più volte. Che la scena pesarese sia particolarmente fiorente idem, ed è inutile che ne parli ancora, come è inutile che perda tempo con le presentazioni varie. Mi limiterò a dire che i Versailles sono la parte più oscura, "il duo più incazzato e sporco di Pesaro", come si definiscono loro stessi. Ed è vero.

L'attitudine punk e i ritmi maniacali, quasi schizoidi, prendono vita in questo "VRSLLS" EP, facendo tremare gli amplificatori e serrandoti la gola con linee vocali ipnotiche e scalcianti. Prendete ad esempio la opener "Summer Pain", incisiva e ossessiva nella sua rapidità, chitarra grezza e deturpata fin nel midollo e la batteria che viaggia a briglia sciolta, oppure la seguente "(T)rap to E.Y.A.H." con i suoi suoni spigolosi e ruvidi che approdano in derive grunge trascinate. Nonostante il sound a tratti noise, ci troviamo davanti a brani che riescono ad entrarti in testa come fossero tarli malefici e un altro esempio calzante è la maniacale "Find the Enemy" o ancora "Blah Blah Blah", un ibrido fra i chitarroni alla Sex Pistols e il più ombroso Peter Hook. I Versailles sono bravi a non strafare mai, come in "Honey, we're ready to funk" che mantiene sì il suo tiro (alto, fidatevi), schizzando via veloce in due minuti, ma senza esagerare o mandare tutto a farsi friggere come spesso nel punk succede, presi dalla troppa fretta (e quindi risultando imperfetti) o dall'eccessiva carica. Al contrario i suoni di questo ep risultano sempre curati nel dettaglio, sporchi al punto giusto, serrati e a volte acidi ("Everybody talks for free") e raccolgo volentieri l'invito della traccia di chiusura "Bring the noise", anche se il sudore e l'energia che ti fa muovere come un forsennato ci pensa questo duo a portarli.

Insomma, pare proprio che ai Versailles venga naturale (e decisamente bene) suonare punk-rock attingengendo dalle tinte scure della new wave e passando per l'ignoranza del grunge, senza dimenticarsi di aggiungere un po' di sano psych-noise. Un ulteriore passo in avanti dopo il giò ottimo "1976-1991", questo ep senza dubbio conferma la stoffa di cui la band è fatta, definendo ancora di più un sound distintivo che riesce a non stancare affatto. Da testare al più presto nelle vesti live, certa che neppure in quella dimensione i pesaresi mi deluderanno. "Take a breath. Then you can rest in peace", parola di Versailles.

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La recensione VRSLLS EP di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2014-06-10 00:00:00

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