Compilation Anno 0 (vol. 1) 2003 - Rock

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L’Italia, terra di santi, navigatori e festival musicali. Tanti, forse troppi questi ultimi, ma, in un caso o nell’altro, necessari come il pane per la sopravvivenza del movimento sotterraneo della penisola. Che poi, chi vi partecipa sia, per la maggior parte dei casi (ma le eccezioni, per fortuna, non sono poche) costretto a sbattersi a destra e manca per farsi notare in qualche modo, o convincere un’etichetta a tirare fuori dal cassetto uno straccio di contratto, questa è un’altra storia. E, forse, proprio per questa ragione, la PmA records, assieme alla fondamentale collaborazione di Materiali Musicali, Shinseiki, M.E.I. di Faenza ed Audiocoop, ha prodotto questo “Anno 0”, selezione delle band vincitrici, nel corso - come si può dedurre - dello scorso anno, dei principali festival per emergenti italiani del circuito M.E.I. Fest. E, almeno a giudicare dall’ascolto di questa compilation, lo stato di salute dell’underground tricolore sembra discreto. Come dovrebbe essere discreto, va da sé, il livello dei quindici festival/concorso presi in esame, tutti più o meno noti, in grado, da quello che si può desumere, di superare il più squallido provincialismo nel quale manifestazioni del genere rischiano spesso di crogiolarsi.

Applausi convinti, quindi, al Combo Farango, cui viene affidato il compito di aprire il cd. E, forse, questa scelta non è stata frutto di un caso. Vincitori di “Voci per la libertà” di Villadose (RO) e di “Ritmi Globali Europei” di Treviso, il gruppo bolognese si fa notare per la lontananza dai più classici stilemi rock: la loro “Mamma schiavona” è un pezzo dominato dal gusto per la teatralità, che si potrebbe paragonare, se tale similitudine non apparisse sproporzionata o blasfema, alle arie del musicista tedesco Kurt Weill, uno dei più stretti collaboratori di Bertold Brecht. Ottima, dunque, la resa del pezzo in questione, che ha poco a che fare con il resto del disco. Che viaggia attraverso gli schemi indie degli FLX, il rock crepuscolare di Nicola Bonazzi (la cui “Thunder” ricorda i Crash Test Dummies), il rock cantautorale degli Elora, il techno-pop dei Kyrie (la loro “L’uomo macchina” potrebbe essere stata scritta da Garbo), l’attrazione trance degli Utopia, le spinte hard di Markonee, (vincitori di “Demo”, la trasmissione di Radio Uno dedicata agli emergenti autoprodotti) e Colazione Freak, il rock classico di Pensione Garibaldi e Nobraino, il grunge degli Anonimo Ftp, l’intimismo dei Famelika (Jeff Buckley, da piccolo, cantava forse così?), lo stile Afterhours dei Caldobrado, i respiri etno dei siciliani Beatipaoli, il rock ‘cabarettistico’ dei Cappello a Cilindro.

Sin troppo facile capire che i compilatori del cd siano stati (si fa per dire…) costretti ad assemblare un lavoro molto eterogeneo, dal quale si può facilmente riassumere che gli emergenti italiani seguono la loro strada indipendentemente dai compartimenti stagni che il termine rock rischia spesso di evocare. Ciò dimostra la maturità della nostra scena, alla quale continua a mancare, però, la risposta convinta di consumatori di musica ed operatori del settore. Un cd come questo potrebbe contribuire a smuovere le acque, a patto di non annegare tra le onde dell’indifferenza. Last but not least, “Anno 0” giungerà in regalo a tutti coloro che, in cambio di miseri 10 euro, aderiranno all’associazione Rockit. Il cui slogan - consentiteci una qualche forma di pubblicità - recita: “Rockit sostiene la musica, tu sostieni Rockit”. Convincente, no?

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La recensione Anno 0 (vol. 1) di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2003-07-17 00:00:00

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