Emily Plays Everything Will Be Pure Again 2014 - Indie, Shoegaze

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Trame shoegaze, scenari dreamy, innesti elettronici e la dolcezza di baci sofferti: un disco bellissimo.

Sentirsi, in certi giorni, come pesci in una sfera di vetro, tutto è trasparente e dilatato agli occhi, il confine dell’acqua è un limite e una speranza, lo spazio ristretto è condizione necessaria per sognare, la prospettiva migliore resta quella di sopravvivere alla prossima notte. Sentirsi come la neve, fitta, spessa, autoritaria nel suo cadere lento e inesorabile, per coprire ogni cosa e nascondere la realtà, che sia bella o brutta non conta, conta solo abbandonarsi a paesaggi fantastici, e la prospettiva migliore resta sempre la stessa. La meraviglia del risveglio è quel che rimane, sempre, ed è la sensazione che si prova ascoltando gli Emily Plays, mentre si intrecciano trame shoegaze, scenari dreamy dove non è caldo mai, innesti elettronici e una dolcezza che è baci sofferti, come gli ultimi, anche quando non sai se lo saranno, ma in fondo lo sai.

“Everything Will Be Pure Again” è un carico di emozioni spinte, dritte nello stomaco, intense quanto basta per chiudere con l’estate e aprirsi a nuove stagioni che sono le migliori per la nostalgia, per celebrare il passato affinché tutto torni, immobile e cristallino, come ai tempi in cui sdraiarsi sul letto e fissare il soffitto offriva milioni di idee, le pareti di una stanza disegnavano potenziali inimmaginabili, e un piede dopo l’altro entravamo in una vita diversa: essere felici, allora, era decisamente fuori moda.

“Beth” è un tuffo lieve tra porporina e pacata tristezza, la title track recupera certi tratti di psichedelia anni novanta gonfiando il petto con giusto orgoglio, e ci si muove tra i brani come tra fiori, lucciole, brina, con passo leggero e malinconico tra le cose piccole, anche quando la musica si fa più spigolosa incrociando new wave sintetica (“All the Fragments”), quando s’incupisce e procede in cadenzata marcia verso abissi crepuscolari (“The Time We Spent Alone”), e quando finisce tutto e con “Wintertime” è come se scemasse la tensione, per cedere al pianto: tutta colpa del pianoforte, che pare suonarci dentro.

La voce di Sara Poma incanta subito, è una sorta di elemento puro anche quando intorno è soltanto temporali e solitudine, e questo disco, al pari della meraviglia del risveglio, produce sensazioni bellissime e non importa quanto durerà: come pesci in una sfera di vetro, come la neve nel suo labile dominio, come gli ultimi baci, tentiamo di sopravvivere alla prossima notte, mentre la malinconia ci sorprende e la felicità continua a essere totalmente fuori moda.

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La recensione Everything Will Be Pure Again di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2014-08-25 00:00:00

COMMENTI (2)

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  • dEbE 10 anni fa Rispondi

    Un disco FAVOLOSO, un viaggio "puro", lo sto ascoltando da mesi e non stanca mai!!! Sono felice di averne fatto parte seppur in minimissima "parte"!!!

  • sovietstudio 10 anni fa Rispondi

    Grazie a Margherita e grazie agli Emily Plays per questo disco.