Kabikoff demo 2003 - Rock, Noise, Etnico

Primascelta!Immagine non trovata precedente precedente

Sono tornati! È tornato il nonno Kabikoff con il suo museo di cianfrusaglie affascinanti, rugoso, sbracato e non proprio profumato di lavanda, ma sempre disposto a farci innamorare alla follia di un qualsiasi grammofono arrugginito o di vecchie scatolette metalliche i cui sgangherati meccanismi a molla sanno ancora creare la magia.

Certo, il nome inglese non suonava male, e suonavano forse meglio le due canzoni che il nonno già ci aveva donato e che ha voluto a tutti i costi rispolverare (arduo anche solo immaginare che un rigattiere concepisca un verbo simile!), ma, Signori, mica capita tutti i giorni di aver a che fare con roba di tale spessore artistico!

D’altronde cosa vi aspettavate che facesse uno che si chiama Alberto Amedeo Nazzareno Turra, se non l’artista? Il prete?! È un po’ come chiamarsi Vinicio Capossela, voglio dire, e il destino è segnato in partenza; e, suvvia, non me ne vogliano lor signori Ivan Logiusto, Marco Saletti e Alessandro Parietti, perché la normalità dei loro nomi è soltanto apparenza: sono tutti degni eredi del nonno Kabikoff!

Tutti iniziati al rito della “miscela leone” che il nonno insegnava a preparare quando “il caffè doveva considerarsi un lusso” e tutti allegramente splendidi nel giocare con i loro strumenti non necessariamente accordati.

Già avevamo potuto adorare “Ecografie” e “Tarantolata”, ma come si può ora non amare “Petulanza” (?!) con quelle sue chitarre malate di free-jazz e tradizione, quel mandolino che ti distrugge e quel cantilenare ossessivo del verso “Perdoni signorina la franchezza del mio cuooooorrr!” e quel finale che cambia improvvisamente rotta per diventare la ‘cosa’ migliore del cd?

Eccezionali trafficanti di anarchia musicale che non è concepibile, come già avevamo anticipato, sapere relegati nell’underground gente che conosce talmente bene la materia musicale da saperla piegare a qualsiasi fine, anche quello più obliquo e assurdo, dispiace non poco.

‘Primascelta’? Il mio è, quanto meno moralmente, assegnato; per il resto fate voi.

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La recensione demo di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2003-09-17 00:00:00

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