Mandrake Dancing With Viga 2015 - Pop, Indie, Alternativo

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Il folk dei Mandrake è tanto ricco e raffinato quanto gentile e capace di arrivare dritto al cuore

Danzare con Viga significa muoversi in un universo sfaccettato, colorato – di tinte tenui per lo più, ma non per questo poco decise – e denso. Animato da sentimenti forti anche se non urlati, da suoni pieni, eleganti, colti. Da un amore per la musica a trecentosessanta gradi che però non scade mai nella ridondanza e nell'autoindulgenza.
I Mandrake compiono i loro giochi di prestigio usando chitarre, pianoforte, ukulele, organo, viole e violini, contrabbassi, trombe, fiati, chiamando ad essere complici delle magie mille ospiti (tra i quali Lisa Papineau, già con Air e Big Sir, i concittadini Sinfonico Honolulu e Federico Silvi dei Jackie O' Farm) per un lavoro orchestrale quanto intimo. Sì perché anche se sono affollate, queste canzoni ti accolgono con discrezione e dolcezza nelle loro braccia amichevoli e ti confidano all'orecchio melodie che suonano subito familiari – non nel senso di scontate, sia chiaro, bensì solide, classiche e rassicuranti – e testi molto vividi. Giorgio Mannucci ha la voce perfetta per accompagnarci in questa danza, calda ed espressiva, e imprecisa quanto basta da svelare le crepe e le sgranature dell'anima.
E in generale è davvero difficile qui trovare qualcosa che non sia al posto giusto: gli strumenti si prendono e si lasciano il giusto spazio, i vuoti e i pieni si bilanciano e tutto è curato ma non studiato a tavolino. Proprio come dovrebbe essere ogni cosa fatta con testa e cuore, bravura e sentimento.
Venite a ballare (anche restando fermi) con il pop-folk da camera Mandrake, non vi verrà presto voglia di fermarvi.

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La recensione Dancing With Viga di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2015-02-12 09:00:00

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