Platonick Dive Overflow 2015 - Sperimentale, Elettronica, Post-Rock

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Si torna a ballare lentamente con il post-tutto dei Platonick Dive.

Partiamo dal centro, da un titolo che ben si presta a descrivere questo secondo album, e in generale la personalità dei Platonick Dive: “From Seattle to Berlin”. Un viaggio dal rock viscerale all'elettronica notturna e cerebrale, passando per il post-rock più distorto e un ambient autunnale.
Il talento del gruppo toscano sta nel saper evadere con grazia dalle direttive di un genere che si risolve spesso in una musica da liquidare con due parole, che sono generalmente “dilatata” e “immaginifica”. Definizioni a cui questo lavoro non si riduce, anche se sono aspetti ben presenti: l'immaginazione però si lascia guidare in spazi molto variegati, grazie a un sound corposo e movimentato.
Ci si ritrova così a danzare lentamente, come da titolo, sulle note oniriche di “Please Dance Slowly”, a lasciarsi guidare dalla presenza insolitamente importante della melodia vocale di “Above you”, ad adeguare il ritmo del respiro alle dilatazioni e alle accelerazioni di “Underground Connections”, a lasciarsi ipnotizzare dalla monotonia (apparente) di “High Tide”, a vagare fra le visioni della fiabesca e psichedelica “Mirror”, poi di nuovo a ballare. ora avvolti dalla luce da crepuscolo estivo di “Geometric Lace” e dal sensuale pulsare di “Reverb overdose”. E poi si finisce a leggere Burroughs a una festa illuminata solo da candele (“Backing Home Boulevard”) in un club metropolitano, sotterraneo, per uscirne solo quando fuori albeggia, e la luce incerta aiuta a trattenereall'interno di noi le sensazioni della notte.
Una notte di connessioni underground fra chitarre, synth, voci, rumori, ritmi e viaggi mentali.

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La recensione Overflow di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2015-03-20 09:00:00

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