di Oach di Oach 2015 - Folk, Acustico

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Disco piacevole da ascoltare come sottofondo ad una giornata tranquilla, soleggiata e rilassata, un piccolo viaggio all’interno di un mondo nascosto che stuzzica la fantasia di terre lontane ed affascinanti, un lavoro lineare e ben confezionato senza grosse sbavature.

Con “di Oach” veniamo immediatamente catapultati in una dimensione fiabesca, collocata in un luogo spazio-temporale magico, lontano anni luce da quello in cui, realmente, viviamo ogni giorno. Uno spazio dove si parla di magia, incanto e storie raccontate davanti ad un fuoco caldo, una chitarra pronta ed il silenzio tutto attorno.

Delicatamente la band ci guida verso nebbiose sponde folk con “The mountain fox”, e da subito vengo colpita dal timbro vocale di Nicola Traversa, caldo e profondo à la Paolo Nutini, lineare ed evocativo allo stesso tempo. Continuiamo poi con “Don’t know”, atmosfere ottocentesche in cui l’irish pipe si sbizzarrisce nei suoi virtuosismi, accompagnando un ritmo ora cadenzato, ora lieve, addolcito dalla presenza della delicata seconda voce femminile. Tramite lo scorrere leggero di “Vespers” si giunge a “Every early morning”, un tappeto di glockenspiel che si appoggia alle corde dell’acustica sfiorate quasi di nascosto e “Who won, who lost”, con l’incontrarsi delle due voci, sfocia in un altro momento di passaggio, “Retreat”, che ci porta in “Stubborn’s cure” e la sua freschezza mistica da giornata di maggio, assolata e calda che ti scalda il cuore. “The first time”, con i suoi virtuosismi, richiama atmosfere folk alla maniera di The Tallest Man On Earth, mentre i quasi cinque minuti di “Like the oaks” chiudono il disco, con l’entrata in scena della tromba che si lega perfettamente all’intreccio di voci in un lungo e solenne assolo.

“di Oach” è un disco piacevole da ascoltare come sottofondo ad una giornata tranquilla, soleggiata e rilassata, un piccolo viaggio all’interno di un mondo nascosto che stuzzica la fantasia di terre lontane ed affascinanti, un lavoro lineare e ben confezionato senza grosse sbavature. Bene così.

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La recensione di Oach di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2015-02-28 09:00:00

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