Olly Riva & The SoulRockets Mono2Stereo 2015 - Soul, Pop, R&B

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Lo spirito dei trascinanti "soul revue"

C'è chi se lo ricorda col kilt e la matita nera sugli occhi, a trascinare lo ska-core degli Shandon, fine anni Novanta. Chi a saltare sul palco con il punk dei The Fire, ancora adesso. E chi ha veramente buona memoria a fianco della mitica swing band Good Fellas, esattamente dieci anni fa. Un progetto one-shot a cui il versatile Olly Riva dava una sua impronta, figlia appunto dei suoi trascorsi "altri" e per questo assolutamente personale, un po' - con le giuste proporzioni - come aveva fatto Joe Jackson ai tempi di "Jumpin' Jive".
Dunque, questa nuova avventura di Olly nasce esattamente con quelle intenzioni: un omaggio a un suono amato alla follia e quasi avvicinato con timore reverenziale, fino al momento in cui viene assimilato e trasformato in qualcosa di proprio. Parliamo ovviamente del rhythm & blues e del soul, sia di marca Stax sia più moderni alla Nick Waterhouse, che nelle mani di Olly (e dei Soul Rockets, che schierano alla batteria Ferdi dei Bluebeaters e una sezione fiati di grande impatto composta da membri di Vallanzaska e Figli di madre ignota) riscoprono soprattutto la propria dimensione danzereccia, da party: lo si nota nelle riletture di un classicone r&b come "It's your vodoo workin'" e di "Suicide girl", cavallo di battaglia dei The Fire, ma soprattutto nel magistrale lifting operato su "Quando vedrai la mia ragazza" di Little Tony, non a caso scelto come singolo. Tra i brani originali spiccano "Let me down", con i suoi coretti deliziosamente funky, "Sete" e "Cuorematico", che danno una preziosa indicazione sulla direzione che può prendere il nuovo pop-soul cantato in italiano, anche grazie a due arrangiamenti particolarmente rifiniti. "Only love", pur avendo un bel ritornello, appare invece un po' fuori contesto, al quale però si ritorna in pieno con "Down on me", che restituisce fedelmente la carica che Olly e compagni producono in concerto.
Ovvero la dimensione ideale per apprezzare un lavoro come questo, che tanto fa per riportare sui nostri palchi lo spirito delle trascinanti "soul revue" dei primi anni Sessanta. Provare per credere.

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La recensione Mono2Stereo di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2015-03-24 00:00:00

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