PiccoloDisco Si salvi chi può 2015 - Pop

Si salvi chi può precedente precedente

PiccoloDisco rischia tutto e mette in gioco pop e testi impegnati.

Fare musica pop è la cosa più difficile. Se poi ci si aggiungono testi impegnati, ancora di più. PiccoloDisco sembra riuscirci, anche se con qualche appunto. Sicuramente riesce a portare una ventata d’aria fresca, grazie alla leggerezza della musica pop - in questo caso fanno da protagonista chitarra e batteria, addolciti dal pianoforte- lasciandoci accorgere solamente dopo dei testi, che lasciano l’amaro in bocca.

Buona parte di quest’ultimi aprono una riflessione sulla società, con lo scopo di essere delle vere e proprie fotografie di vari scenari sociali; si passa dal brano “Cumuli” (dove si parla di “una società che parla molto ma non mette in pratica”) alla disillusa “Si salvi chi può” dove vengono elencati vizi e bassezze del popolo italiano, brano che parte in sordina con un pianoforte malinconico ma che ben presto rivela i ritmi ben scanditi della batteria. Ci si allontana per un attimo dalla politica e ci si sofferma sul senso della vita, che sembra assumere la flessibilità di un “Elastico”, brano in cui batteria e chitarra mantengono un ritmo tenue e sottile per tutta la sua durata; l’atmosfera rimane calma e distesa con “Bom Bom”, dolce e fantasiosa dichiarazione d’amore di un padre a una figlia, senza carie collaterali. Si parla nientemeno che di destino in “Portaci tu” , che segna la deriva grunge (almeno negli intenti) della vocalità del cantante, che si fa rauca e arrabbiata, soprattutto nell’ultimo brano “Astronauta”, che ricorda Gianluca Grignani dei primi tempi.

Insomma, PiccoloDisco fa pop riuscendo a scacciare il fantasma del preconcetto di musica frivola e di scarsa qualità che aleggia sempre intorno a questo genere musicale. Poi, inserisce brani che possiamo a tutti gli effetti chiamare di “denuncia sociale”, e il rischio di catastrofe aumenta. È difficile riuscirsi a confrontare con i cosiddetti testi “impegnati”, poiché il rischio di risultare banali e ripetitivi è sempre dietro l’angolo. PiccoloDisco riesce a trovare una chiave personale, che sta nell’elemento di oggettività dei testi, che sono quasi, come detto in precedenza, delle istantanee di vita moderna. Su queste basi potremmo dire che “Si salvi chi può” è un disco riuscito; forse, però, di strada ancora ne manca. È un disco pulito e sincero ma non coinvolge del tutto, e manca quel guizzo che entusiasmi davvero all'ascolto. È pur sempre un disco d’esordio, oltretutto autoprodotto. Ci sono le basi per percorrere quel pezzo di strada mancante.

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La recensione Si salvi chi può di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2015-06-02 23:00:00

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