Leo Pari La Metro C 2015 - Cantautoriale, Pop, Folk

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La prova vivente che musica leggera italiana non è sinonimo di canzonetta ma, in certi casi come in questo, significa qualità, cura dei suoni, attenzione nella forma e grande abilità nella scelta delle parole.

Leo Pari ha una biografia da invidia, senza dubbio. Vanta collaborazioni con una notevole sfilza di artisti (Cristicchi, per cui ha firmato i testi del tormentone "Vorrei cantare come Biagio Antonacci", per dire; Fabi, Punkreas, Angelini e tantissimi altri), ha omaggiato la coppia Battisti e Mogol, è fondatore dell'etichetta Gas Vintage Records, direttore artistico del Folk Fest e la lista non finisce qui.

Con l’ep “La Metro C” il cantautore sposta il problema della linea della costruzione della metropolitana romana (in clamoroso ritardo sulla tabella di marcia prestabilita) alla dimensione dell’uomo, del cittadino come individuo che non può certo definirsi onesto fino in fondo (“non è detto che se sei profondo sei anche sincero, che se sei onesto quel che dici è vero, che la tua indifferenza sia pulita già dalla coscienza”, estratto dalla traccia d’apertura). Partiamo quindi proprio dal morbido e confortevole tappeto pop dell’iniziale “La Metro C”, brano che vanta un piglio orecchiabile non indifferente, con un ritornello semplice e d’impatto che non fatica affatto a trovare il suo posto ed una struttura fatta di architetture semplici ma stratificate, raffinate e circolari. Proseguiamo poi con un dialogo a confronto in “Lo Stakanovista”, che si erge ancora su cromature pop ariose, per giungere poi in “La Soluzione”, sezione ritmica più sostenuta e lievi divagazioni sonore anni ’80 in qua e in là. C’è spazio anche per la rivisitazione della profetica “Bambini Venite Parvulos” di De Gregori, in linea con gli argomenti cardine trattati da Leo Pari.

L’ulteriore passo in avanti che Pari ha compiuto con questo ep sta nel mantenere costantemente un livello alto brano dopo brano, senza sbagliare un colpo, ma alzando anzi l’asticella dall’inizio alla fine. “La Metro C” è in definitiva la prova vivente che musica leggera italiana non è sinonimo di canzonetta ma, in certi casi come in questo, significa qualità, cura dei suoni, attenzione nella forma e grande abilità nella scelta delle parole. L’ennesima stellina nella carriera di Leo Pari, da aggiungere alla sua già lunghissima biografia. 

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La recensione La Metro C di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2015-06-25 09:00:00

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