Shandon Sixtynine 2004 - Ska, Rock, Alternativo

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E cinque! Gli Shandon si ripresentano con l’ennesimo lavoro, confermandosi, se ce ne fosse bisogno, come uno dei nomi fondamentali del panorama rock italiano. Perché anni di sudore e sbattimenti, abbinati ad indubbie capacità, non possono che dare i propri frutti.

Sono passati quasi due anni dall’uscita di “Not so happy to be sad”, album nel quale, al tradizionale ska-core che aveva caratterizzato la band lombarda, si erano affiancate sonorità diverse, quasi ad anticipare ciò che sarebbe stato. Ma non corriamo: l’anno scorso molte cose sono successe alla band, sia sul piano personale (non ultimo l’incidente stradale che li ha coinvolti) che sul piano musicale (con esperienze importanti come band e con side project e altre iniziative per i singoli membri). Tutto ciò, unito alla sempre crescente consapevolezza artistica del gruppo e alla volontà di non appiattirsi su ricette ormai scontate, o di farsi quasi imprigionare da etichette ed aspettative, ha sicuramente influito su questo nuovo capitolo della loro avventura.

Le prime - e belle - tracce, da “Wrongway” a “Viola”, unico pezzo in italiano e primo singolo estratto, fino “Like I want”, sono quelle che più ci si aspettava; ovvero punk melodico di quelli da cantare o pogare, ma quasi con una marcia in più, grazie a sfumature più scure che si intravedono in piccoli sbarluccichii di tastiere. A questo punto si realizza che ci si trova ad ascoltare un lavoro molto più interessante di quanto si potesse a primo acchito presagire, un lavoro in cui una miscela di influenze si dirama in più direzioni, obbedendo solo ai bisogni ed ai desideri dei Nostri.

Canzoni come la poliedrica “Heaven and hell”, con tanto di lettura in croato, o ancor di più “From out of nowhere” dei Faith No More e “Revenge” (la ghost-track solo voce e piano) dimostrano che oramai gli Shandon non solo riescono a muoversi con personalità ed efficacia tra i più disparati stili del pop-rock, ma che lo fanno ottenendo risultati assolutamente degni di nota - e senza adagiarsi comodamente su brani dall’andamento scontato.

Emo, skate, ska, hard-core, rockabilly, e, perché no, tutto il rock alternativo-melodico che ha, nel corso degli anni, formato il tappeto sonoro su cui le nostre generazioni sono cresciute. E tutto ciò confluisce con estrema naturalezza, come ricordi ormai scolpiti nella propria identità, nel sound di questo disco che cresce di ascolto in ascolto.

Da segnalare, infine, che il disco verrà pubblicato anche nella versione digi-pack con 3 canzoni in più e materiale video aggiuntivo.

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La recensione Sixtynine di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2004-01-27 00:00:00

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