Valentina Lupi Partenze Intelligenti 2015 - Cantautoriale, Elettronica, Pop rock

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Valentina Lupi si conferma ancora una volta con costanza e delicatezza in un disco concettualmente impegnato e comunque fruibile.

Valentina Lupi, al suo terzo lavoro, dimostra che la costanza è la sua virtù, cosa per niente scontata dopo due bei dischi. Non sarà una bomba, né un capolavoro sorprendente tirato fuori dal cilindro, ma la costanza è un ragionamento a lungo termine che paga sempre.
È brava, non c’è niente da fare. Con la sua naturalezza, pulizia dei suoni e delicatezza, Valentina Lupi mette d’accordo un po’ tutti. Difficile che non piaccia, con quello stile un po’ pop e un po’ rock, di quel rock melodico e dolce. I modi sono squisitamente femminili e a quelli si aggiunge una scrittura onestamente essenziale, così si arriva alla quadratura del cerchio: i testi sono belli, apparentemente semplici e diretti, ma in realtà più profondamente impegnati, sono frammenti di vita quotidiana messi in mostra con delicatezza; le melodie sempre orecchiabili, le ripetizioni frequenti e i versi rimangono in mente facilmente, che te li canticchi tutto il giorno sul groviglio di mezzi che ti porterà a lavoro la mattina o a casa la sera al ritorno.

Sì, è vero, “Circolo vizioso” sembra un brano di Levante, ma poi trova il suo senso e la sua strada, mettendo in mostra la donna che “pretende di essere amata perché ama”. È il senso di rinascita quello che caratterizza invece la title track “Partenze intelligenti”, che con quella ripetizione ossessiva di “le parole non contano niente” sembra di risentire il Capovilla meno rumoroso, ma alla fine è un singolo che si fa apprezzare e gustare fino in fondo.
“Reduci” forse è il brano migliore, o perlomeno spicca differenziandosi dagli altri per l’intro e gli intermezzi parlati. E no, forse non “sarebbe più bello fuggire”, non “sarebbe più bello adeguarsi”.
“Pesci” musicalmente ricorda la Donà, è sguardo subacqueo sul mondo e, in particolare, sulla dolorosissima ferita squarciata che è l’attuale conflitto in Palestina. Il suo senso è racchiuso in due versi: il primo, “piccola regina senza esercito / dignità da vendere”, con sette parole esprime una situazione paradossale in cui un popolo è privato di uno Stato, eppure combatte per affermare la propria identità; il secondo, “bisogna essere pesci / resistere in apnea / lasciarsi alla corrente” è voce che non può tacere, che vorrebbe urlare, ma che è costretta a sussurrare, a perdersi nel silenzio infinito del mare. Da ascoltare in silenzio, come immersi sott’acqua.
“La signora che tesse la tela”, infine, percorre lo stesso sentiero musicale di “Pesci”; tematicamente trova se stessa nel paragone tra le nuvole che si muovono col vento e le occasioni della vita che non tornano: è uno sguardo sognante e sognatore sulla vita. Ecco, “Le partenze intelligenti” di Valentina Lupi è un disco che sogna, ma non cade nell’allucinogena psichedelia, coglie piuttosto l’essenza della realtà nella natura e ci trasferisce sopra i sentimenti. Credo che il disco di Valentina Lupi, concettualmente, sia bello per questo.

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La recensione Partenze Intelligenti di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2015-10-22 09:30:00

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