Compilation Bella Lucio! 2015 - Rap

Disco in evidenza Bella Lucio! precedente precedente

C’è chi ci ha messo impegno e gusto e chi è stato un po’ lezioso; prendiamo ciò che c’è di buono in questa compilation e dimentichiamoci in fretta del resto, sperando che tutto sto sforzo porti qualche ascoltatore in più sulle tracce del Grande Lucio.

I dischi che nascono a tavolino sono sempre molto difficili da far digerire al pubblico, quindi quando è stata annunciato “Bella Lucio”, il disco tributo a Lucio Dalla da parte di alcuni dei rapper più noti in Italia, molti hanno storto il naso; c’è chi ha pensato all’ennesima operazione per rendere “cool” un artista che non ha proprio un pubblico di giovanissimi, ma come ho spiegato qui, in effetti potrebbe non essere nato con intenzioni così meschine come si potrebbe pensare.
Resta un album venuto al mondo più per esigenze di marketing che per ispirazione, con una grafica squalificante, e promosso da un virale in cui i rapper coinvolti dicono “bella Lucio!” a favore di camera, che ha lo stesso appeal di un promo di un programma di terza serata su Raitre: molto poco, e questo purtroppo da anche la cifra di quanto è distante la sensibilità delle persone al volante di questo progetto da quella del pubblico a cui stanno cercando di rivolgersi.

Per fortuna c’è la musica: il disco apre con “Mentre Scrivo” ovvero la rilettura di “Balla Balla Ballerino” da parte di Mondo Marcio, che in realtà parte avvantaggiato rispetto agli altri avendo realizzato di recente un concept album basato su campionamenti di Mina. A livello musicale riesce ad integrare perfettamente la produzione anni ’80 (peraltro bellissima) dell’originale con elementi moderni creando un bel clash di sonorità che si adattano benissimo al testo: l’idea di Marcio è geniale, diventare il protagonista del testo originale, il “ballerino”, a cui Lucio diceva di non fermarsi e a cui il rapper risponde “.. Io non mi fermo neanche all’autovelox”. È come poter guardare una foto dalla prospettiva opposta e riascoltando anche l’originale offre nuove possibili interpretazioni; Marcio ha avuto la possibilità di “giocare” con un capolavoro della musica italiana e ha sfruttato l’occasione al meglio.
Lo segue Ghemon, che solo rapper ormai più non è, come sanno anche i muri; oltre a cantare è anche un profondo conoscitore della musica italiana e ha scelto un brano che di base ha una progressione di accordi un po’ black e quindi perfetta per la sua musicalità. L’originale parlava di guerra, in cui Dalla invocava “basta sangue” mentre Ghemon rilegge il testo da un punto di vista mediatico, parlando di come siamo spettatori passivi di enormi tragedie; il sentimento di rifiuto del “conflitto” è lo stesso, solo rivisto in chiave più attuale dagli occhi del talento Avellinese.
Rocco Hunt prova ad avventurarsi con un pezzo un po’ meno conosciuto, preso da “Ciao”; sopra una produzione plasticosa, di quelle bruttine anni ’90, Dalla raccontava un amore in modo distaccato e disilluso, dal punto di vista di uno che ne ha viste tante; “Cosa Vuol Dire Una Lacrima” diventa invece, con il ventenne Rocco, un amore tempestoso (“Ho sbagliato a dare l'anima quando serviva un calcio in culo”) giovane e passionale. Nel brano il campione di Lucio Dalla è quasi la voce di un Obi-Wan Kenobi che suggerisce al rapper di distaccarsi dalla situazione; un po’ fuori contesto, ma il tentativo c’è.
Emis Killa decide di affrontare uno dei brani più famosi e amati di Lucio Dalla: “Anna E Marco” che è per 2/3 uguale all’originale con l’aggiunta di un beat hip hop che lo rende più drammatico. Emis appare, quasi fosse un featuring, per una strofa in cui aggiunge dettagli e background ai due personaggi, dimostrando di conoscere molto bene la materia trattata. Peccato che in realtà non abbia approfittato dell’occasione per fare qualcosa di più.
Il dreamteam Ensi & Fritz Da Cat affronta “Com’è Profondo Il Mare”; Fritz rende la base più drammatica ed Ensi rispolvera il suo flow più riflessivo per affrontare al meglio a modo suo l’ispirazione del testo originale, che è semplicemente una serie di pensieri su come le cose son più complicate di quanto ci appaiono. Bello, ma non imperdibile.
Clementino sceglie “Caruso”, la dedica di Dalla al tenore napoletano, ed è, per ovvi motivi, una scelta scontata; il risultato è un brano drammatico a tratti anche emozionante, che ben integra partitura originale a elementi moderni.
Il giudizio di questo disco passa necessariamente dalla versione di “Attenti Al Lupo” da parte di Moreno; è un tassello importante, perché riuscire a far rivivere l’allegria che il cantante bolognese riusciva a mettere in alcune sue canzoni è una missione quasi impossibile. E infatti, le due strofe di Moreno non regalano molto all’originale; è un momento un po’ di crisi per il rapper genovese e questo brano non sembra essere la chiave di uscita.
Raige, rapper specializzato in canzoni d’amore, sceglie una strada abbastanza coraggiosa per affrontare “Tu non mi basti mai”, una delle “love songs” più famose di Lucio, rileggendo l’arrangiamento originale in chiave drum & bass, alla Sigma; i Two Fingerz, di solito abbastanza disimpegnati nei testi, affrontano “Se fossi un angelo”, canzone metà anni ’80 con delle parole incendiarie in cui letteralmente diceva di voler “pisciare in testa” “sulle vostre belle fabbriche”. Erano altri tempi e Danti dice che sfrutterebbe l’occasione di “essere un angelo” per “suggerire i numeri dell’enalotto”; e qui casca l’asino.
Lucio Dalla era un musicista incendiario, uno spirito libero, e quando ti rendi conto che molti dei rapper di oggi sono più conservatori di quanto lo fosse lui, capisci anche che molti in questa compilation hanno fatto il compitino, hanno fatto una versione su commissione mentre alcuni di loro hanno fatto un gran lavoro, perché sono bravi, ma forse nessuno di questi brani riesce a render giustizia al genio del cantautore bolognese.
I due brani che chiudono sono dei Siamesi Brothers, Esa e Tormento, che rivisitano “Nuvolari” in chiave un po’ confusa, e “Impresa Eccezionale” brano di metà anni ’90 degli Articolo 31 che è bella proporzionalmente a quanto vi piacciono gli Articolo 31 di metà anni ’90.
C’è chi ci ha messo impegno e gusto e chi è stato un po’ lezioso; prendiamo ciò che c’è di buono in questa compilation e dimentichiamoci in fretta del resto, sperando che tutto sto sforzo porti qualche ascoltatore in più sulle tracce del Grande Lucio.

---
La recensione Bella Lucio! di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2015-09-25 10:00:00

COMMENTI

Aggiungi un commento Cita l'autore avvisami se ci sono nuovi messaggi in questa discussione Invia