Radiodervish In Search Of Simurgh 2004 - Rock, Pop, Etnico

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Una commistione di suoni nella più tipica delle tradizioni della world music: suoni mediterranei e tradizioni antiche messe in musica e confrontate. L’opera ultima dei baresi Radiodervish, gruppo nato dal sodalizio tra Nabil Salameh e Michele Lobaccaro, è un disegno sonoro sperimentale suonato con la raffinatezza che ci si aspetta leggendo le note sulla storia dell’album, ispirato all’opera letteraria “Il Verbo Degli Uccelli” (Mantiq at-Tayr) dell’autore persiano Farid ad-din Attar (XII sec.).

Un totale di dieci tracce che raccontano in musica le vicende dell’ “Upupa”, de “La Fenice” e di tutta la simbologia mistica che queste figure portano con loro, il tutto seguendo il filo guida del volo, metafora principale del testo, come del disco, a cavallo tra un viaggio mistico e un viaggio spaziale. La produzione artistica è stata affidata a quel Saro Casentino, già collaboratore, tra gli altri, di Peter Gabriel per “Secret World Live”, e Franco Battiato, del quale i Radiodervish ricordano qualcosa qua e là, soprattutto per quelle atmosfere tanto afroeuropee di cui il disco è colmo. Convincono sia le tracce strumentali sia quelle cantate (rarefatta ed elegantissima “La Falena e La Candela”, cantata in italiano e in inglese, così come quelle cantate in arabo, su tutte, “Amira” e “Layla e Majnun”).

Colonna sonora ideale per un viaggio immaginario (ma anche reale) tra le diverse sponde del mediterraneo fra culture, popoli e suoni, quella dei Radiodervish è ancora una volta una musica “diversa”, ancora una volta per un mercato di nicchia. Per questo, e per l’atmosfera musicale che genera in oltre cinquanta minuti, un prodotto sicuramente apprezzabile.

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La recensione In Search Of Simurgh di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2004-05-04 00:00:00

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