Compilation Sulla memoria 2004 - Etnico

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Una compilation, uscita in occasione del giorno della memoria, che vede coinvolte alcune della etichette più attive del sottobosco italiano, con il coordinamento di Audiocoop e MEI di Faenza. Dodici brani per non dimenticare la shoah, la tragedia del fascismo, ma anche tutte le pulizie etniche e lo sterminio dei nativi americani, perché - comunicato stampa docet - “sarebbe come ammettere che potrebbe succedere ancora, e invece non dovrà succedere più, né in Europa né in nessuna altra parte del mondo”.

Una piattaforma di rivendicazione forte e per nulla scontata in un periodo di forti rigurgiti xenofobi, orchestrati, in Italia e non solo, da qualche fesso il cui passatempo migliore (figurarsi il peggiore) sembra essere quello di ridursi a sbavare di fronte ad una svastica. Di conseguenza, un cd importante, in grado di veicolare un’idea di “indipendenza anche nei contenuti oltre che dichiararla solo nelle forme”. E, da questo punto di vista, “Sulla memoria” è un disco riuscitissimo; i dodici pezzi che lo compongono non rappresentano nient’altro che un grido di appartenenza, un modo di schierare la propria arte a fianco di un’ideale di uguaglianza e pace universale. Di conseguenza, il cd ha trovato in nomi più o meno noti della cosiddetta scena indipendente la sua ragione di essere, senza badare all’omogeneità dello stile ma esclusivamente ai contenuti. Largo, dunque, al klezmer, con il quale si apre e si chiude il lavoro (con la complicità di Moni Ovadia) ma anche alla musica meticcia dei Caravan de Ville, al cantautorato di Marco Berruti, alle fanfare de La Banda Improvvisa, ai ritmi balcanici dell’Alexian Group e dei Kocani e Harmonia, allo spoken-word dei Keen-o, al rock nervoso dei Frangar non Flectar, ai respiri etnici interpretati da Riserva Moac e Viamedina, alla tammuriata rock di Enrico Capuano. Di tutto un po’, senza l’inutile imposizione di punti di riferimento precisi a limitare la scelte espressive di ognuno. Unico comune denominatore, i testi densi di impegno sociale (l’immigrazione, la guerra, ma anche la tossicodipendenza), lontani da retorica e slogan di facile presa. Decisamente, un lavoro che merita attenzione. Perché è necessario rimanere vigili di fronte a quello che ci succede intorno e per ricordarsi che la musica indipendente italiana ha molte cose da dire al riguardo.

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La recensione Sulla memoria di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2004-05-21 00:00:00

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