Larsen Musm 2004 - Strumentale, Noise, Post-Rock

Primascelta! Musm precedente precedente

Nel dare un’occhiata alle recensioni scritte quest’anno mi sono accorto di non aver ancora assegnato un ‘Pmascelta’. Certo, le uscite che ho avuto occasione di ascoltare recentemente non sono state entusiasmanti, ma sarei scorretto se dicessi che non ci sono dischi degni di nota. Scavando un po’ nella montagna di cd che escono ogni mese si trovano diversi album lodevoli; il problema è, appunto, riuscire a trovarli e, se possibile, ascoltarli. Ma questa è un’altra storia.

Ho scelto quindi di premiare l’ultimo lavoro dei Larsen per una serie di motivi. Innanzi tutto perché è un buon lavoro, ben suonato, assemblato alla perfezione e arrangiato in modo fantasioso. In secondo luogo perché è giusto riconoscere i meriti di un gruppo che si è sempre mantenuto ai margini della scena ufficiale, conservando un’attitudine indipendente, ma producendo al tempo stesso lavori di notevole spessore che sono stati apprezzati anche e soprattutto all’estero. Un ultimo motivo risiede nel fatto che si tratta di un perfetto punto di partenza per chi intende avvicinarsi a questo gruppo di Torino.

“Musm” è, innanzi tutto, una raccolta di materiale più o meno inedito prodotto in diversi periodi e situazioni. La cosa stupisce perché in realtà all’ascolto è percepibile una sequenza fluida e organica, perfettamente calibrata nella sua successione. Tuttavia vale la pena di soffermarsi sulle note di copertina anche solo per avere un’idea della caratura del complesso; i primi tre brani, ad esempio, sono estrapolati dall’esordio “No arms, no legs” e, per il fatto di essere stati registrati a New York nel 1996, fanno capire quanto i Larsen fossero al passo coi tempi, perfettamente in linea con il post-rock strumentale dei vari Labradford e Tortoise. Le cinque tracce seguenti sono invece state utilizzate nel 2003 come colonna sonora dello spettacolo “CartoAnimalettiMatti” di Winsor McCay. A questo si aggiungono la cover (si fa per dire) “Vegetable man” di Syd Barrett, un brano registrato in presa diretta (“Rehearsal # 1”), e un bonus video che li immortala dal vivo in una cattedrale di Danzica, in Polonia.

Pienamente immersa in un’atmosfera cameristica, la musica dei Larsen, si protrae con un aplomb solenne, ma al tempo stesso rilassato, che costituisce la sua più significativa cifra stilistica. Sembrerebbe a tratti che ci fosse un direttore d’orchestra - formatosi sul rock invece che sulla classica - a condurre lo svolgimento di brani come “The sinking of the Lusitania” o “Heidi”. Gli strumenti utilizzati per eseguire queste partiture strumentali sono i classici chitarra/basso/batteria, a cui si aggiungono sporadici campionamenti e fugaci utilizzi di strumenti più atipici. Tra questi spicca soprattutto la fisarmonica (ad esempio in “Little nemo” e la già citata “Vegetable man”), il cui inserimento avviene in modo del tutto scevro da compiacimenti, con un tocco di minimalismo che alleggerisce il tono generale. D’altro canto, i brani più convenzionali, quali ad esempio “Rebirth” o “How a mosquito operates”, hanno il pregio di farsi (ri)ascoltare spesso e volentieri.

Nel complesso, un cd consigliatissimo.

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La recensione Musm di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2004-06-07 00:00:00

COMMENTI (3)

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  • utente0 17 anni fa Rispondi

    pronto?

  • lor 17 anni fa Rispondi

    Quale altro disco potresti consigliarmi?

  • utente0 17 anni fa Rispondi

    uno dei dischi più belli mai ascoltati.