Ominostanco La la la 2004 - Techno, Funk, Elettronica

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A distanza di qualche anno dall’esordio su major, torna sugli scaffali dei negozi di dischi Roberto Valicelli, in arte (l’)Ominostanco, eclettico autore di musica elettronica.

A suo tempo, l’esordio riuscì davvero a stupirmi per la sua capacità di fondere diversi spunti dei vari sound del ‘momento’ in una propria visione dell’elettronica, senza perdere mai di vista una matrice decisamente personale. E questa sua positiva peculiarità si ritrova anche in questo “La la la”, pur variando le coordinate sonore di base; se infatti qualche anno fa tra i sound più cool c’era la jungle - ora mestamente caduta in disgrazia - oggi troviamo sonorità più morbide tipo il downtempo coi suoi echi dub (alla Thievery Corporation piuttosto che non Kruder & Dorfmeister) come nella traccia due, “Balanço”, dallo splendido cantato in portoghese.

Tutto il disco si sviluppa mescolando pezzi suonati con un’abbondante quantità di campioni pescati spesso negli anni ’60 e ‘70, usati sempre con gusto ed intelligenza, richiamando a tratti St. Germain - o i nostrani Montefiori Cocktail - come in “The cake”, piacevole mistura di swing dal retrogusto easy-listening.

Ma tantissimi altri sono i riferimenti e le citazioni che si trovano in questo album, meno strettamente legati alle ‘mode’ del momento e funzionali al fine, che altro non é quello di delineare un panorama complesso ed omogeneo al tempo stesso. Si passa quindi con agilità e naturalezza da echi lounge a richiami di Vangelis, o a sonorità dal gusto orientaleggiante (la bella “Blue deep”, tra le altre), fino ad arrivare all’onirica house della conclusiva “Mondobuio”, che tiene magistralmente sulle spine per oltre metà brano, fino a regalare la sospirata cassa in quattro, unica concessione vagamente esplicita al dance-floor in senso classico, che resta comunque dietro l’angolo per tutto il disco.

In sintesi, questo secondo lavoro dell’artista romano (di adozione) riesce a conservare al meglio gli aspetti positivi di qualche anno fa, maturandoli e personalizzandoli ulteriormente, con un prodotto che riuscirebbe agevolmente a trovare spazio anche (o soprattutto?) al di fuori dei confini nazionali, in un mercato in cui solitamente le produzioni italiane non abbondano né per quanità, né - tantomeno - per qualità.

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La recensione La la la di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2004-06-19 00:00:00

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