Sognoplastico Stati alterati di coscienza 2003 - Rock, Pop

Stati alterati di coscienza precedente precedente

Approdano alla loro prima autoproduzione i Sognoplastico, quartetto della provincia di Padova già attivo sulle scene locali da qualche anno. Piuttosto facile inquadrarli: si inseriscono infatti a pieno titolo nel beneamato filone di quel ‘rock italiano’ con venature poppeggianti, che tanto ha influenzato le band di casa nostra.

Afterhours e Marlene Kuntz sono proprio dietro l’angolo, mentre nei momenti più leggeri, ma non certo per questo meno dignitosi, vengono alla mente anche Le Vibrazioni e il successo che questi ultimi hanno ottenuto. “Stati alterati di coscienza” mostra una formazione tonica, con idee non certo originali, ma ben organizzate; il terribile incipit del cd (una voce mostruosamente distorta mi avverte di essere in contatto con la mefistofelica segreteria telefonica della band) mi aveva fatto temere chissà quale schifezza. Ma la prima traccia è subito in grado di rinfrancarmi, con il suo tiro perfettamente arrabbiato, dipinto di sfumature post-grunge. Molto bella la struggente “Silenzio” con un’apertura del ritornello che, già da sola, fa percepire una genuina emozione. Si prosegue così, con chitarre tra l’hard e il sonico, un basso ‘motoristico’ e una batteria potente e ridondante, mentre la voce - spesso teatralisticamente enfatizzata - ricorda il Piero Pelù degli anni Ottanta. Degna di menzione anche “Fase REM”, contraddistinta dalla particolare forza evocativa dei cori.

Onesti ‘manovali’ del pop-rock, i Sognoplastico si danno da fare e scalano montagne pur senza raggiungere la vera vetta. Da rivedere (e risentire) in futuro.

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La recensione Stati alterati di coscienza di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2004-06-22 00:00:00

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