Chiara Vidonis Tutto il resto non so dove 2015 - Cantautoriale, Rock, Indie

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Il disco di Chiara Vidonis è una continua dicotomia tra quiete e movimento, calma ed energia, dolcezza e violenza: cantautorato rock dal gran futuro.

Si può essere rock, di quel rock che spacca con chitarre elettriche e distorte, urla decise e nello stesso tempo sussurrare, cantare ritornelli melodici dal sapore pop? Sì, si può. Ascoltate il disco di Chiara Vidonis per credere. Un'eterogeneità che sorprende e può lasciar perplessi, perché in teoria non si possono mettere insieme gli opposti. E invece sì. Perché poi il disco, nonostante gli apparenti contrasti, è un disco che spinge forte e apre con due tracce-bomba (“Quando odiavo Roma” e “Il mio peggior nemico”), personali, potenti e coinvolgenti, dalla carica energetica non indifferente: insomma due brani per chi ama la folla in delirio.
“Comprendi l’odio”, invece, terzo brano, cammina su un percorso opposto, tracciato dai battiti regolari della chitarra acustica e una voce che si fa dolce e sussurrante.

Lo stile a tratti ricorda il pop di Levante, il cantautorato più rock di Cristina Donà o della prima Carmen Consoli, le distorsioni dei Prozac+, ma in realtà Chiara Vidonis non somiglia a nessuno. Ha il suo stile, il suo modo di riuscire ad armonizzare esperienze teoricamente inconciliabili. Così in mezzo all'acustica che apre il terzo brano, s’insinua una ventata di energia che le fa cambiare verso, improvvisamente, mantenendo comunque un ritornello orecchiabile e melodico.
Per non parlare di “Tutto finirà”, che potrebbe essere una hit di successo, dove la voce si fa più acuta e rimane sempre convincente; “Immaginario”, brano piazzato proprio a metà del disco, è sensuale, dolce e melodico. La sensualità sta nell’uso dei fiati, che sono sempre per loro natura affascinanti, la dolcezza e la melodia sta invece nell’uso della chitarra acustica e di uno stile vocale leggero e sussurrato. È un inseguimento continuo, un gioco a nascondino, in cui tu “trovami davvero, mentre io mi nascondo per gioco”.
"Dolce ed insieme violento”, prendendo in prestito un verso della stessa Chiara Vidonis (del brano “Le cose preziose”, uno dei migliori e più intensi), forse è la frase che descrive meglio questo lavoro che è nello stesso tempo un estremo e il suo opposto. Il risultato che ne deriva non è un annullamento di entrambi, ma una loro somma e completamento. Perché gli opposti si affrontano, si scontrano e alla fine coesistono. Lo stesso succede per esempio in “Viola e bordeaux”, che è un’ascesa verso il grido “prendi tutto quello che ho solo per il gusto di prendermelo”, e concettualmente esprime “una perversione niente male: continuare a volersi bene augurandosi ogni male”.
Insomma, accanto a uno stile musicale e vocale che cambia sempre, camminano testi perlopiù personali e introspettivi, scritti dalla stessa Chiara Vidonis, una cantautrice rock che può aver un gran futuro.
Quiete e movimento, calma ed energia, dolcezza e violenza: è questa continua dicotomia l’essenza del disco di Chiara Vidonis.

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La recensione Tutto il resto non so dove di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2016-01-28 10:05:00

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