Torakiki Avesom 2016 - New-Wave, Electro, IDM

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Una stratificazione sonora meravigliosa e imperfetta

La parola Torakiki forse ricorderà a qualcuno un gatto tigrato che parla mezzo tedesco e porta una cravatta rossa che gli penzola fino a terra: perfetto, dimenticatevi di Hello Spank e d'ora in poi associate il termine a questo trio elettronico bolognese. "Avesom" è una figata pazzesca, o almeno è quello che la deformazione e l'italianizzazione della parola inglese awesome lascia intendere.

Il primo brano, "Pitch", è un falso amico (sicuramente vi ricorderete quando la vostra professoressa vi invitava a non tradurre la parola inglese 'cold' con caldo): è un'ondata di pura ambient miscelata alla minimal che viene soffocata da un basso underground che ricorda le sonorità brit anni '70. Con "Luxard" invece ritorniamo alle sonorità grosse e potenti del primo ep della band, "Mondial Frigor": nell'impasto equilibrato e tirato di drum machine e synth troviamo qualche grumo rappresentato dalla scelta di introdurre parti cantate in italiano che lasciano talvolta un po' perplessi. In "Tipolar Bears" si spengono le luci e vediamo solo qualche laser che proietta colori impercettibili data la loro breve apparizione. I riferimenti ai Boards of Canada ci sono e tutti noi non possiamo che esserne contenti: la semplicità del pezzo lo fa volar via come una piuma e quasi non ci accorgiamo di essere già arrivati a "Pap" che riprende sostanzialmente la struttura di "O.A.U." facendo raggiungere all'album il suo momento più ostinato e brillante.
"Tr2" è la distensione che ci si aspettava dopo l'inquietudine del brano precedente. Il pezzo riprende i costrutti cari al trip hop ma purtroppo il cantato in italiano, come già accadeva in "O.A.U.", non riesce a raggiungere il livello della parte strumentale. La chiusura affidata a "Kendo" è di puro stampo popolousiano: un introspettivo mix di oriente e Africa che sorprende per la densità di campionamenti che comunque non si calpestano mai, facendo terminare "Avesom" con un equilibrato piatto fusion che si avvicina tantissimo all'umami.

I tre ragazzi di Bologna in fondo sono davvero come Torakiki, il gatto dell'anime. Parlano in italiano ma vorrebbero internazionalizzarsi e hanno una cravatta al collo ma non riescono a nascondere quella che in fondo è la loro natura: sperimentare IDM, ambient ed elettronica. "Avesom", nonostante sia intervallato da qualche sporadica incertezza, ci lascia ben sperare per il futuro della band perchè siamo sicuri che come era successo al simpatico gatto a macchie rosse che viene respinto a ogni puntata da una gatta stronza che morirà da sola, i Torakiki non si daranno mai per vinti e continueranno a stalkerarla alla grande ogni volta.

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La recensione Avesom di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2016-03-10 10:00:00

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