Cristina Donà Cristina Donà (UK version) 2004 - Cantautoriale, Pop

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Lo scorso anno nel corso di una chiacchierata/intervista (proposta su queste colonne, ndr) Cristina Donà mi aveva confidato di essere alle prese con la traduzione del suo ultimo disco. Con l’aiuto di Davey Ray Moor, infatti, stava convertendo i testi di “Dove sei tu” in lingua inglese in vista della pubblicazione di un album destinato al mercato estero.

Il progetto, però, benché già definito, era all’epoca ancora lontano dal compimento e la Donà mi aveva pregato di rendere pubbliche solo una parte delle informazioni che mi aveva fornito: troppo importante era l’operazione per non tirare in ballo un po’ di sana scaramanzia.

Ora, quella scaramanzia è solamente un ricordo: il cd internazionale è caldo di pressa e Cristina può tirare un bel sospiro di sollievo, lasciando a me un personale sorriso giustificato dall’aver, per qualche mese, condiviso con lei un piccolo segreto.

Ma gli scongiuri della vocalist erano decisamente legittimi, visto che quello che la vede protagonista è un’impresa altamente sontuosa che ha come scenario ben trentatré paesi (per citarne alcuni: Inghilterra, Danimarca, Islanda, fino agli inusitati Nuova Zelanda, Australia, India, Russia, Canada e Sud Africa): tanti sono infatti i mercati discografici toccati dalla capillare distribuzione della deus ex machina dell’operazione: l’etichetta Rykodisc.

Reperibile in Italia nell’Uk version (distribuito dalla Mescal, licenzataria anche di un singolo reperibile solamente nello store del sito), destinato al mercato inglese e monco rispetto all’edizione per il resto del mondo dei brani “Il mondo” e L’uomo che non parla”, l’album propone nove brani intensi e passionali, affatto scalfiti dall’essere cantati in lingua d’Albione, ma che anzi brillano di nuova ed intensa luce, dimostrando di non essere semplici traduzioni, ma vere e proprie riscritture (considerando anche alcuni ma significativi cambiamenti negli arrangiamenti).

Sciorinando straordinarie doti di artista cosmopolita e passionale, la Donà riesce nuovamente ad incantare interpretando le canzoni con freschezza ed intensità e rendendo magistrale la resa di brani come l’onirica “Milly’s song”, “Yesterday’s film” (la mia preferita) con i suoi tratti romantici e penetranti e le scoppiettanti “The Truman show” e “Triathlon”, quest’ultima nuovamente “sporcata” dalla follia cacofonica di Samuel dei Subsonica. Doveroso, poi, segnalare i due splendidi bonus (che portano il numero delle tracce a undici): la cover di “How deep is your love” dei Bee Gees e “Goccia” proposta nella versione originale, quella cantata in italiano in duetto con Robert Wyatt. Un album davvero importante che ci auguriamo concorra a dare all’estero una visione diversa della musica italiana, e porti Cristina a scalare charts e a conquistare nuovi proseliti. Incrociamo le dite, anche se il successo ottenuto al "Meltdown Festival" del 2001 davanti al pubblico londinese è davvero un ottimo presupposto…

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La recensione Cristina Donà (UK version) di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2004-09-20 00:00:00

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