Al The Coordinator Join The Coordinator 2016 - Folk

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Uno degli esordi più belli ascoltati quest'anno, davvero curato e consapevole

Se mettessimo in fila, supponiamo, tutti i cd di folk americano che escono ogni anno in Italia, potremmo formare una passerella ipotetica su cui attraversare tutto l'Atlantico e finire dritti tra le braccia di Uncle Sam. La cosa sorprendente sarebbe la stabilità di queste mattonelle: per fortuna nostra, i vari Phill Reynolds, Threelakes, Letlo Vin, Oh Petroleum, The Sleeping Tree, oltre ad essere numerosi, gareggiano su un livello qualitativo estremamente alto, per questo partecipare a questo campionato richiede una buona dose di talento. La ragione della quantità va ricercata nel fatto che la formula voce e chitarra, one man band, è una cosa semplice, ma altrettanto facile da sbagliare. La ragione della qualità è ancora, per me, motivo d'indagine e curiosità. All'albo dei maratoneti, possiamo oggi aggiungere Al The Coordinator.

Dietro questo pseudonimo (bruttino, a dire il vero) c'è Aldo D'Orrico, già Miss Fraulein, al suo esordio da solista dopo aver declinato la sua idea di road to America in diverse soluzioni e formazioni, per cui vi rimando alla bio. "Join the Coordinator" inizia con una chitarra acustica molto decisa, che mette nei primi 50 secondi quanto segue: questo disco è curatissimo a livello di suoni. La chitarra è magnifica, e un suono così non è casuale. È quello di chi l'ha rincorso per anni un suono così cristallino, lavorando con la chitarra acustica, uno strumento che rischia per natura di essere sempre un po' uguale a se stesso. A questa pulizia si contrappone magnificamente la voce leggermente roca di Al, e i vari inserti di chitarra slide, rarissime percussioni, un po' di banjo. Uno speciale triathlon di folk, blues e bluegrass, dall'anima estremamente popular, che restituisce medaglie magnifiche come "Girl from the North Country", "The Hunter's Prayer", "The Mist" (forse la più ispirata di tutte). La scrittura tocca profondità da record, con un gusto tra Townes Van Zandt, Willie Nelson e Woody Guthrie, passando per le viscere del deserto dal punto di vista dei sudisti. 

È uno degli esordi più belli ascoltati quest'anno (se esordio si può chiamare quello di un musicista esperto e consapevole come Al The Coordinator), e merita attenzione perché è molto curato e contiene delle canzoni davvero belle, cantate da una voce ricca di fascino, il cui timbro è la storia stessa.  

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La recensione Join The Coordinator di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2016-09-26 10:00:00

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