Samuel Il codice della bellezza 2017 - Pop

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Samuel è sempre stato il cuore pop dei Subsonica, e in questo disco batte forte.

Il codice della bellezza salverà il pop italiano? No, non esageriamo. Sta di fatto che il primo album solista di Samuel è molto meglio di quanto forse si sarebbe aspettato chi attribuisce a Max Casacci tutti o quasi i meriti delle produzioni subsoniche. Il che non è del tutto sbagliato, però è vero anche che dei Subsonica Samuel è sempre stato l'anima melodica, pop e solare, quella più legato ai cantautori e alla leggerezza, quella che voleva fare di “Eden”, parole di Boosta,un disco da spiagge bianche e pareo”.
E alla fine se l'è fatto da solo, se non proprio da spiaggia e pareo sicuramente ottimo per accompagnare prime giornate di sole e respiri rigeneranti. Samuel sa bene come costruire (e interpretare) canzoni fresche e magistralmente alternative-pop, romantiche senza essere stucchevoli, vestite di suoni moderni e stilosi, ma di questo va senz'altro dato credito anche alla produzione di Michele Canova, oltre che alla lunga militanza in una delle band che più di tutte hanno contribuito allo svecchiamento e all'internazionalizzazione della musica italiana.

Altra presenza importante, Jovanotti, coautore di ben cinque brani, fra cui l'intensa ballad “La luna piena”, che avrebbe fatto un figurone sul palco dell'Ariston, e “La statua della mia libertà”, racconto di migrazione che richiama le atmosfere di “In questa grande città” dei Tre allegri ragazzi morti.
Nelle canzoni a firma Romano, invece, se un appunto si può muovere, ha a che fare con un distacco dal gruppo-madre non esattamente netto. Ma erano forse inevitabili gli echi subsonici, che si sentono forti nella radiofonicissima triade iniziale “La risposta”-“Vedrai”-“Rabbia” nonché nella più cupa e amorematica “Dea” e nel synth-pop della title track. “Il treno” segue la direzione disegnata sulla mappa di Tiziano Ferro.

Un codice musicale facilmente decifrabile, diretto ed emozionale che, se letto insieme alle altre uscite off-subsonica di questi mesi, ricompone una figura che vede Casacci (e Ninja) come il cervello, Boosta come il corpo danzante e Samuel come il cuore.
E alimenta l'attesa per un ritorno dell'organismo Subsonica, magari rinvigorito da queste fughe artistiche.

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La recensione Il codice della bellezza di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2017-03-01 09:00:00

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