Levante Nel Caos Di Stanze Stupefacenti 2017 - Cantautoriale, Pop

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No, Levante non vuole fare l'instagrammer, lo urla forte e chiaro in un disco imperfetto ma sincero.

Disclaimer: questo scritto non si trasformerà in un pamphlet femminista. Però lasciatemi cominciare da una domanda: sarebbe possibile, nel 2017, non sentirsi più chiedere di fare una scelta fra essere bella e brava/intelligente? Sarebbe possibile parlare di un disco – che sia un capolavoro o una schifezza, è uguale – senza lasciare a intendere che se l'artista ha un bell'aspetto sarebbe meglio che non lo ostentasse, altrimenti ci sentiremmo autorizzati a chiamarla “tesoro” o a consigliarle di dedicarsi a Instagram a tempo pieno? (E intanto il disco? Una questione secondaria, appunto).

Invece non c'è niente di secondario nella Levante che fa musica, ed è necessario dirlo perché è ingiusto pensare che non ci sia altro al di là del glamour e delle tazzine del caffè fotografate con una luce perfetta. Non nel senso che ci troviamo davanti ad un disco imprescindibile, anzi: è un lavoro con dei difetti anche macroscopici, per certi versi addirittura il peggiore della sua breve ma intensa carriera. Primo fra tutti uno che dovrebbe essere imperdonabile: le canzoni a un certo punto sembrano tutte uguali.
Eppure.
Eppure lei ha una capacità che non è da tutti: ti si para davanti e ti costringe ad ascoltarle tutte, queste dannate canzoni strofa lenta-intima-vocebassa e ritornellone bombastico urlato. Perché, oggettivamente, è impossibile togliersi dalla testa canzoni come “Non me ne frega niente”, “Io ti maledico”, “Diamante”, o “Gesù Cristo sono io”.
Perché il suo talento per il pop è quasi spudorato, ma non è l'unica cosa sfacciata di Levante: l'altra è la sincerità.
È quella sfacciataggine emotiva che alla fine ti fa perdere insieme a lei nell'assurda, affascinante confusione che sono i sentimenti, o che ti fa perdonare certe ingenuità nei testi (“1996 La stagione del rumore”, “Santa Rosalia”) o la batteria sempre sopra le righe che alla prima dici wow, ma dopo un po' diventa caos.
È l'impressione, costante e forte, che a Claudia Lagona non gliene freghi niente di essere considerata più o meno figa, più o meno pop, più o meno cantautrice. Ma che voglia essere Levante, punto.

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La recensione Nel Caos Di Stanze Stupefacenti di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2017-05-22 00:00:00

COMMENTI (1)

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  • Wavangis 7 anni fa Rispondi

    Forse mi sono perso qualcosa, ma il cappello introduttivo di questa recensione mi sembra fuori contesto.
    Tra tutte, non si può proprio dire che Levante sia particolarmente bella (anzi) o che abbia fatta successo puntando sul sex appeal...
    Il resto è condivisibile.