Elettronoir Suzu 2016 - Noise, New-Wave, Elettronica

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Ossessivi e ipnotici quanto basta, sempre seguendo l'eleganza: "Suzu" degli Elettronoir

Che gli Elettronoir non siano esattamente una band di esordienti, al di là dell'ovvia consultazione della biografia della band, è facile capirlo ascoltando il secondo pezzo di "Suzu", ovvero "Tracciante". Una canzone che, nella sua durata totale di due minuti e cinquantasette secondi, ha ben due minuti di pura ipnosi musicale, con un riff che ossessivamente si ripete fino a quando, nel terzo finale della traccia, entra la voce di Giorgia Lee e, improvvisamente, tutto quanto va su di giri e l'emotività esplode. 

Seguendo questa falsa riga si può "leggere" l'intero album: un album elegante, affilato e molto fedele alla linea. Una specie di cantautorato elettronico e new-wave al contempo, che i romani sanno padroneggiare alla grande. Anche in "Postalmarket", forse la canzone meglio cesellata dell'intero album, gli Elettronoir si dimostrano sempre molto capaci e attenti in ogni aspetto del pezzo, sia dai suoni sia dai testi che, pur non brillando per una somma originalità, sono di sicuro impatto.

"Via il pop, via il ritornello facile, via le strutture canoniche, e largo al respiro, alle sensazioni del rumore, ai suoni ambientali, ripartendo da Erik Satie, John Cage e Bria Eno": così hanno dichiarato gli Elettronoir al momento dell'uscita di "Suzu". Come potete leggere le ambizioni certo non mancano, ma poggiano su basi solide. Certo, ogni tanto, vi sono dei veri e propri inciampi, come "Resonance", dove la band ripropone idee e suggestioni già ampiamente espresse (e con maggiore qualità) in altri momenti del disco, Suzu rimane un lavoro di ottimo livello. 

In fondo l'intero concept è stato curato dal poeta Stefano Zuccalà che ha così commentato a proposito del disco: "Mi trovo qui. Ci troviamo qui. Davanti e dentro a un album che mi piace definire un elegante e intenso compendio di tempi allucinati e fragili". Anche se l'anno è quasi finito Suzu degli Elettronoir potrebbe rivelarsi un ottimo modo per svicolare dalla classica routine delle feste comandate per abbracciare una notte senza pietà. In fondo non era, tutti quanti, quello che desideravamo chiedere a Babbo Natale? 

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La recensione Suzu di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2017-12-18 09:00:00

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