Larry Manteca Emanuelle goes to Hollywood 2017 - Strumentale, Funk, Ritmi

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La nuova escursione musicale di Larry Manteca nell’immaginario cinematografico degli anni ’70 è un piccolo capolavoro da ascoltare anche con gli occhi.

Puntuale come le guerre arriva il quarto capitolo dedicato da Larry Manteca (all’anagrafe Alessandro Paiola) all’immaginario cinematografico degli anni ’70, dopo i primi tre dischi rispettivamente ispirati al genere horror, poliziesco e fantascientifico. Va da sé che non poteva mancare all’appello anche la trasfigurazione erotica su grande schermo di quel decennio sfrontato, qui simboleggiata dalla figura di Emanuelle, icona indiscussa del genere.

Supportato da un valente manipolo di gregari (gli stessi della sua formazione live peraltro) Larry Manteca gigioneggia tra funk, lounge music, latin jazz, afrobeat e archetipi strumentali da b-movie settantiano (blaxploitation in primis). Sullo spiedino cinque episodi che riescono a prescindere da un’ipotetica pellicola e a vivere di vita propria con disarmante autorevolezza: dall’opener “Welcome To Hollywood”, vicina al funkeggiare irrequieto del tema di “Starsky & Hutch” versione James Taylor Quartet, alla soffusa “Play On The Hill” che ricorda le didascalie sambeggianti di Piero Piccioni; dall’uno/due fumoso e notturno di “Threesome” e “Deception”, in gelatina mista di lounge e afro-funk, alla conclusiva “Funky Room” dove flauto, chitarre, basso, synth, percussioni e gemiti femminili limonano duro in un’orgasmica situazione da “Dark Room”. E, come sempre, a fungere da invisibile collante, una candida devozione alle armonie rivoluzionarie del grande Fela Kuti.
Un piccolo capolavoro di “library music” da ascoltare anche con gli occhi. Nonostante la copertina inguardabile.

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La recensione Emanuelle goes to Hollywood di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2018-02-02 09:00:00

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