Dellera vs De Rubertis DELLERADERUBERTIS 2017 - Indie

Disco in evidenza DELLERADERUBERTIS precedente precedente

Cinque canzoni cinque per affratellare due diversi percorsi artistico/esistenziali sotto lo stesso cielo del buon gusto musicale.

Chi siano Roberto Dell'Era e Gianluca De Rubertis immagino sia cosa a nota ai più. Solo a beneficio dei più distratti: musicisti di rango e membri storici di ormai blasonate band della scena alternativa tricolore (rispettivamente Afterhours e Il Genio), certo, ma soprattutto amici e coinquilini all’interno della stessa etichetta (MArteLabel), tanto da voler condividere le assi legnose di un palco per un mese intero a zonzo per l’Italia.
Dopo quel tour fulmineo la comprensibile urgenza di una testimonianza su disco che ne riverberasse le emozioni portanti e che, magari, ponesse pure le basi di un progetto a lungo termine ben più strutturato e duraturo. Nasce così quel “Delleraderubertis” che – pur nella sua brevità – certifica la bontà di un’appassionata comunione d’intenti volta ad affratellare due diversi percorsi artistico/esistenziali sotto lo stesso cielo del buon gusto musicale.

Appena cinque brani sul piatto, sì, ma che per trasversalità di genere e semplicità degli arrangiamenti risultano oltremodo funzionali per battezzare una nuova avventura condivisa. All’unico inedito “La Lunga Estate Calda” – una ballata d’autore fumosa, quasi inafferrabile e raffinatamente retrò – si accodano una rivisitazione di “Siamo argento” (dello stesso Dell'Era) e ben tre coraggiosissime cover: quella misurata, quanto coinvolgente, di “Prigioniero del mondo” di Lucio Battisti (tanto di cappello, ché a vilipenderla è un attimo!), quella più elettrica e frizzantina dell’immensa “La realtà non esiste” di Claudio Rocchi e quella forse più insidiosa di “My Valentine” di Paul McCartney, qui decisamente meno emozionante dell’originale quanto a tenerezza e punti luce.
In fin dei conti nulla più di un divertissement tra amici, vero, ma assemblato con stile e provvidenziale memoria storica, nella prospettiva di un auspicabile full-length dove poter affinare al meglio quella già apprezzabile alchimia tra immediatezza strumentale e suggestiva complicità vocale.

---
La recensione DELLERADERUBERTIS di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2018-01-15 09:00:00

COMMENTI

Aggiungi un commento Cita l'autore avvisami se ci sono nuovi messaggi in questa discussione Invia