Angela Milanese Un’altra musica 2004 - Pop

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Norah Jones, com'era prevedibile, ha fatto proseliti. Angela Milanese è solo l'ultima della serie, dopo Amalia Grè e Patrizia Laquidara, tutte, a titolo più o meno corretto, spacciate come la versione italiana della piccoletta newyorkese. Come le colleghe, Angela Milanese – che però è veneziana - è in possesso di un'ottima voce, ha qualità tecniche indiscutibili, lavora da anni nell'ambiente jazz e della musica d'autore, sfoggia collaboratori di prim'ordine e un album dagli arrangiamenti raffinati.

Come già visto negli altri casi, anche la cantante veneziana cerca un percorso di personalizzazione della lezione della figlia di Ravi Shankar, contaminandola con la tradizione nazionale, talora anche recente, come nella opening track "Ali di farfalla" che strizza l'occhio a Elisa, e con una spruzzata di quel jazz contaminato con la world music che forse le viene dai suoi trascorsi musicali con Maurizio Camardi, oltre che dalla presenza nel disco di Bebo Baldan.

Però, però. Lo sapete, sono un incontentabile, come Giampiero Albertini in una vecchia pubblicità Ignis dei primi 70, che forse recuperate pure, girando per la rete. E quindi noto che l'encomiabile sforzo di Angela Milanese finisce per infrangersi sugli scogli di quel pop italiano a metà tra canzone d'autore e Sanremo. Voglio dire. Già Norah Jones rischia di scivolare ogni momento nella melassa stile James Taylor (uno che il Sommo Lester Bangs sognava di uccidere per riportare la Festa nel Rock'n'roll – e comunque qui vi sembrerà di sentirlo nella conclusiva "Alberi e nuvole" che ha la stessa cadenza di "Hey Mister, that's me upon the Juke-box"), e le sue canzoni funzionano perché sono un piccolo miracolo di equilibrio. E però non si può ascoltarle troppo: rischio diabete troppo alto. A meno che non siate un assicuratore cinquantacinquenne sulla vostra Porsche Cayenne mentre vi recate al lavoro partendo al mattino dalla vostra villetta in Brianza per gettarvi nell'infame tangenziale di Milàn (cambiate pure città, ci sono le stesse cose dappertutto).

Ma Angela Milanese scivola dritta spesso e volentieri, ahi lei, e finisce per echeggiare qui e là, Mariella Nava, Fabio Concato, perfino Fiordaliso in qualche show della domenica pomeriggio che si lancia in improbabili blues. Il che non è peccato solo suo, ma di un po' tutto il jazz italiano che corteggia il pop cercando di nobilitarlo.

In definitiva? Scegliete voi. Io non sono di certo un assicuratore cinquantacinquenne col Cayenne.

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La recensione Un’altra musica di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2005-04-16 00:00:00

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